Questa sera su Rai Movie in prima tv va in onda “Abel, il figlio del vento”, per la regia di Gerardo Olivares con Jean Reno, Tobias Moretti, Manuel Camacho, Eva Kuen. In Italia al Box Office Abel – Il figlio del vento ha incassato 484 mila euro.
In un nido di aquile il primo nato scaccia il secondo facendolo precipitare. A trovare l’aquilotto è un bambino, Lukas, che ha un difficile rapporto con il padre cacciatore. Lukas gli tiene nascosta la presenza del rapace mentre cerca di farlo crescere anche con l’aiuto di Danzer, un guardaboschi. Giungerà anche il momento di insegnare ad Abel (così è stato battezzato pensando al fratello Caino che voleva la sua morte) a volare rischiando così una separazione.Nel panorama sempre più asfittico nelle nostre sale dei film cosiddetti ‘per famiglie’, Abel si presenta con caratteristiche del tutto particolari che lo rendono degno di un’attenzione speciale. Perché se si guarda al plot di base si può legittimamente pensare a una storia già sfruttata dal cinema: il rapporto tra un bambino e un animale che si presenta non privo di difficoltà. Qui però c’è molto di più perché la produzione ha fuso una storia con tanto di voce narrante con immagini documentaristiche di altissimo livello a cui il grande schermo rende giustizia.
Le riprese, sia dei rapaci che degli altri animali che popolano le vallate e le cime dell’area del Tirolo, dove sono state effettuate le riprese, si integrano alla perfezione con la vicenda narrata e sono tutte frutto di un lungo e non facile lavoro di ‘pedinamento’ degli animali.C’è poi il versante dei rapporti adulti /bambini. Così come Abel è orfano anche Lukas ha perso la mamma e il modo in cui è accaduto ha fatto sì che il suo rapporto con il padre si deteriorasse. Ora si trova lui a fare da ‘padre’ all’aquilotto e, con l’aiuto di una specie di nonno (anche se non come età) che è poi il narratore della storia, deve arrivare ad accettare il pensiero che un giorno Abel si separerà da lui.Sono temi troppo spesso evitati nel confronto familiare e che il cinema raramente riesce a rappresentare ad altezza di bambino. In questa occasione l’operazione è riuscita grazie a un film che può appassionare i figli ma che offre agli adulti immagini dell’ambiente naturale di grande bellezza.
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