Questa sera su Rai Premium va in onda “Assediati in casa” e a dirigerlo è David Tennant che porta un film scritto da Peter Sullivan, sceneggiatore specializzato in film televisivi natalizi: cosa mai potrà dare al genere thriller? Comunque l’abbiamo già incontrato per Turbulent Skies (2010).
Il nostro Sullivan non si sforza più di tanto, così in 84 minuti scarsi allunga il brodo a non finire perché non risulti così chiaro che… non c’è sceneggiatura!
La mamma divorziata Chloe (Natasha Henstridge) si ritrova in una grande casa con il figlio Jacob (William Dickinson), ragazzo difficile che dice di odiarla perché gli manca il padre. Chloe affronta il problema così come si affronta ogni problema al cinema: bevendo litri di vino rosso. Intanto dei misteriosi omaccioni pericolosi, mascherati da fatine veneziane, entrano in casa alla ricerca di qualcosa non meglio specificato, così Chloe chiede aiuto all’agenzia che gestisce il suo sistema d’allarme. Quando risponde Mike (Jason Patric), che fino a un attimo prima se la tirava da dirigente e non sembrava proprio un operatore telefonico, la situazione promette bene: chi è questo Mike? L’aiuterà davvero o è qualcuno in combutta con i criminali penetrati in casa? Troppa fantasia, lo sceneggiatore è molto più sterile: Mike è nessuno, semplicemente un modo per allungare il brodo. Inizia così una sequenza di inutili chiacchiere particolarmente fastidiose tra i due protagonisti. Intanto i criminali si muovono scompostamente di qua e di là, in attesa che lo sceneggiatore scriva qualcosa per loro: l’attesa sarà vana.Il geniale piano è di entrare in casa vestiti con mascherine ridicole – e immotivate, visto che uccidono tutti: da chi si dovrebbero nascondere? – e rubare qualcosa che il padrone di casa, all’insaputa della moglie, ha conservato in cassaforte. Cosa? Non si sa, allo sceneggiatore non è proprio venuto in mente nulla.Così assistiamo al triste spettacolo di criminali così organizzati da provare ad aprire una cassaforte col martello. Il momento più basso del film è quando Adkins costringe la padrona di casa ad aprire la cassaforte, operazione che occuperà lunghissime decine di minuti con la donna che piange e gira la combinazione mentre Adkins come un ebete grida a raffica «Aprila!» Possibile ci vogliano venti minuti per aprire una cassaforte? E l’assurdo è che alla fine non sapremo mai cosa contenga quella dannata cassaforte.
Insomma un film inutile e fastidioso, senza trama ma con qualche felice trovata registica. L’unica cosa salvabile sono gli attori, ma se non c’è sceneggiatura è tutto inutile…
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