Questa sera su Sky Cinema Comedy va in onda “Tutta un’altra vita”, per la regia di Alessandro Pondi con Enrico Brignano, Ilaria Spada, Paola Minaccioni, Maurizio Lombardi, Monica Vallerini. In Italia al Box Office Tutta un’altra vita ha incassato 1,7 milioni di euro.
Gianni è un tassista insoddisfatto della sua vita, che un giorno per caso ha l’opportunità di impossessarsi della villa, e della vita, di un miliardario in vacanza.Tra auto di lusso, piscine e feste esclusive, Gianni trova esattamente quello che stava cercando, ma anche qualcosa che non si aspetta: l’amore. Liberate dalla commedia Enrico Brignano. E già che ci siete, liberate anche Paola Minaccioni dall’eterno ruolo della spalla sagace, della moglie popolana, dell’amante sboccata. Se c’è qualcosa di buono in Tutta un’altra vita di Alessandro Pondi non è nello spunto narrativo del “sogno che si realizza”, già frequentato dal cinema (bastino tre titoli: Borotalco, Il marchese del Grillo, Una poltrona per due) e saccheggiato dalla peggior televisione, qui declinato nella forma del tassinaro frustrato, tutto gratta e vinci e sogni di gloria, che prende fortunosamente il posto di un miliardario in vacanza con la moglie. Colpisce anzi la leggerezza con cui Pondi, alla seconda prova da regista dopo Chi m’ha visto, tratti situazioni e dinamiche al limite della credibilità, gestendo personaggi e dialoghi in cui l’elemento popolare finisce spesso con lo scadere nel triviale: cresciuto come sceneggiatore al fianco nobile di Sandro Petraglia, con cui scrisse Compagni di scuola, qui Pondi sembra giocare nello stesso campo dei cinepanettoni realizzati con Neri Parenti, Natale in Sudafrica e Natale a Beverly Hills, dai quali mutua il gusto sboccato e la sciatteria nella definizione dei personaggi secondari (quando la smetteremo con la macchietta dello stilista che parla in falsetto?).
Nell’ingrato compito di farci simpatizzare con Brignano tassista romano – categoria tra le meno amate sul territorio – Pondi tira via la storia, accontentandosi di un compitino che si apre e si chiude a cerchio salvando in zona Cesarini un personaggio (nessuno spoiler) da un finale davvero ingrato. Piacerà, senz’altro, a chi ama la commedia di grana grossa.
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