Questa sera va in onda su Sky Cinema Action il film 13 hours: The Secret Soldiers of Benghazi, per la regia di Michael Bay con John Krasinski, Freddie Stroma, Toby Stephens, Pablo Schreiber, David Denman. Un film ispirato ad una storia realmente accaduta, tratto dal libro omonimo di Mitchell Zuckoff. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, In Italia al Box Office 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi ha incassato 136 mila euro.
Libia, 2012. Jack Silva, bisognoso di qualche guadagno extra, sceglie di imbracciare nuovamente il fucile per i GRS, le Guardie di Sicurezza, corpo di appoggio alla CIA. Arrivato a Bengasi, si trova ben presto al centro di una guerra civile. L’ultimo giorno della sua missione coincide con un attacco, ampiamente pianificato, di terroristi libici alla base segreta americana. Aspettarsi attente disamine sul senso di una situazione intricata o sulla psicologia dei fronti bellici opposti è totalmente fuori contesto. 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi è un film di Michael Bay: come tale, non è il luogo per domandarsi se sia giusto o sbagliato che l’America reciti il ruolo non richiesto di gendarme del mondo, o se il fatto di essere presente in forze anche lontano da casa propria sia causa diretta della perdita assurda di molte vite umane, americane e non. Se Bay lancia un’invettiva politica in 13 Hours, questa è rivolta all’amministrazione in carica durante i fatti di Bengasi, e in particolare a Hilary Clinton – allora Segretario di Stato, durante l’uscita del film invece nel pieno della corsa alla Casa Bianca – attraverso riferimenti non troppo velati alla mancanza di interesse nel sostegno alle truppe e al prevalere di burocrati, che pensano solo alla pensione in luoghi che invece dovrebbero ospitare solo combattenti di professione. La rivisitazione dei fatti di Bengasi si trasforma quindi, quasi inevitabilmente, nella glorificazione dei contractors, di quei veterani restituiti alla vita civile – barba incolta, lenti a contatto, chiacchiere in Skype con i familiari – ma incapaci di fare a meno del fronte di guerra. 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi, tratto dalla vera storia dell’assalto alla dépendance dell’ambasciata statunitense a Bengasi, comincia dalle immagini di cronaca su Gheddafi per dedicarsi poi alla ricostruzione fittizia di personaggi e situazioni che abbandonano ben presto un’idea di verosimiglianza. A Bay, e a noi che non riusciamo a distogliere lo sguardo dalle immagini in digitale ad altissima definizione, interessa assai meno risultare credibile che rendere l’idea sulla babele linguistica e culturale di un Paese dilaniato, lontano e impossibile da ricondurre a un paragone con l’Occidente.
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