Questa sera su Rai Movie va in onda “Un fantastico via vai”, per la regia di Leonardo Pieraccioni con Leonardo Pieraccioni, Serena Autieri, Maurizio Battista, Marco Marzocca, Marianna Di Martino.
In Italia al Box Office Un fantastico via vai ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 8,6 milioni di euro e 1,9 milioni di euro nel primo weekend.
Arnaldo Naldi ha 45 anni, una bella moglie, due figlie gemelle, un lavoro sicuro in banca, una villetta nella quieta provincia italiana. Ma un equivoco spinge la moglie a cacciarlo di casa e Arnaldo, invece di dispiacersi, coglie al volo l’occasione per reinventarsi quella vita che era diventata noiosa e ripetitiva. Dopo aver risposto a un annuncio, si ritrova a condividere un appartamento con quattro studenti universitari, ognuno dei quali ha un “problemone” da risolvere: Camilla non ha detto ai genitori di essere incinta, Marco studia medicina ma non sopporta la vista del sangue, Anna ha perso i contatti con il padre ed Edoardo, mulatto, è fidanzato con una ragazza il cui padre è un razzista conclamato.
Con Un fantastico via vai Leonardo Pieraccioni ci invita al paragone diretto con il suo I laureati, facendo esplicito riferimento a una delle scene più celebri di quell’esordio fortunato. Ma il paragone segna più di un vantaggio per l’originale che oltre ad essere, appunto, originale, aveva la spontaneità e la credibilità dell’esperienza di vita vissuta.Un fantastico via vai invece dimostra ciò che lo stesso Pieraccioni, nella consueta veste di narratore fuori campo, dichiara: “Nessuno meglio di chi ha vent’anni può farti capire che non ce li hai più”.
Pieraccioni non ha più vent’anni e non riesce a raccontare in modo credibile i ventenni di oggi, limitandosi a creare intorno a loro un clima da sitcom e un arredamento da catalogo (ben diverso dalla comica accozzaglia nell’appartamento de I laureati). L’estetica del film è ferma agli anni ’80, così come il commento musicale. In questa inverosimiglianza vintage Un fantastico via vai ricorda Universitari di Federico Moccia: e non è un paragone lusinghiero.
Per fortuna ci sono il consueto garbo con cui il regista-protagonista tratteggia i suoi personaggi, il tono da favola che fa perdonare (in parte) l’implausibilità dell’insieme, l’assenza di volgarità gratuite. Per fortuna ci sono Maurizio Battista e Marco Marzocca a formare la coppia comica che strappa le uniche risate vere del film.
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