Questa sera su Cine34 va in onda “Natale da chef”, per la regia di Neri Parenti con Massimo Boldi, Dario Bandiera, Rocio Munoz Morales, Paolo Conticini, Francesca Chillemi.
In Italia al Box Office Natale da chef ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 2,7 milioni di euro e 514 mila euro nel primo weekend.
Gualtiero è un cuoco senza speranza ma è anche convinto di essere uno chef geniale e incompreso. La moglie Beata, con cui gestisce un locale, cerca di tenerlo lontano dai fornelli, ma lui è capace di travestirsi persino da wc pur di aggiungere il suo tocco ai piatti. Dopo aver guastato l’ennesimo assaggio di Vissani e aver fatto perdere anche l’ultimo “cappello” alla moglie, promette di lasciare la cucina.
Un’impresa di catering nei debiti fino al collo deve però agevolare l’appalto di una ditta “concorrente” perdendo la gara per il G7 di Trento. Il cinema di Neri Parenti offre quello che promette, come una rosticceria che sazia di cibi unti e da cui è meglio stia lontanissimo chi cerca accostamenti ricercati o impiattamenti artistici, o anche solo una buona cucina.
La grana grossa trasuda come l’olio della peggior frittura già dalla confezione, a partire da una fotografia nemmeno da sitcom televisiva e buona al massimo per una sketch comedy da varietà, che è poi, a ben vedere, il DNA di questo cinema. Il commento musicale è da video amatoriale, banale e scontato, tanto da riciclare pure la stessa canzone come fosse una tovaglietta di plastica.
Quanto all’umorismo, che ne sarebbe il piatto forte, Natale da chef sforna momenti di satira puntuti come un cucchiaio di legno e ribaltamenti di ruoli assortiti, ma finisce per confermare ogni stereotipo.
Per esempio il siciliano che si crede un mandrillone, viene convinto a sedurre una vecchia per vincere la gara, in un ribaltamento della tipica situazione dove a far carriera con il sesso sono le donne.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.