Questa sera su Cine34 in prima serata va in onda “Matrimonio al Sud”, per la regia di Paolo Costella con Massimo Boldi, Biagio Izzo, Paolo Conticini, Debora Villa, Barbara Tabita, Fatima Trotta. Lorenzo Colombo è un “cumenda” milanese proprietario di una ditta di salumi che odia i “terroni”. Pasquale Caprioli abita nel paesino campano San Valentino a Mare, fa il pizzaiolo e pensa che al nord siano tutti “polentoni”.
Peccato che i rispettivi figli, il milanese Teo e la campana Sofia, si incontrino in un’università di Trento e decidano di sposarsi. E poiché “il matrimonio più meridionale dei matrimoni meridionali” verrà ovviamente celebrato al sud, i Colombo si trasferiscono in “terronia” e iniziano una schermaglia con i Caprioli che proseguirà per tutta la durata dei preparativi.
Prendete vent’anni di cinepanettoni, mescolate con altrettante vanzinate, aggiungete la formula Benvenuti al Sud e la fiction televisiva I due cuochi e shakerate: verrà fuori Matrimonio al Sud, farsa vecchio stile incentrata su tutti gli stereotipi e pregiudizi possibili e immaginabili.
Non manca niente: le gag di Massimo Boldi (“Che dolore!”), le corna incrociate, la coppia comica maschile (Boldi e Biagio Izzo), il duetto delle mogli (Debora Villa “polentona” e Barbara Tabita “terrona”), i battibecchi dei figli, il siparietto omosex, la strappona scosciata.
Come se non bastasse, ecco l’amico romanaccio e romanista (Enzo Salvi: chi altri?), la coppia di ciociari in cerca di sistemazione permanente (Gabriele Cirilli e Loredana De Nardis), la speculare coppia “nordista” gretta e greve (Gisella Donadoni e – chi altri? – Ugo Conti), più Paolo Conticini nei panni di un conduttore televisivo sciupafemmine col pallino delle milf.
C’è persino Peppe Barra (tu quoque!) nel ruolo di un prete cecato con tanto di assistente tonto.
Come ha mostrato Io che amo solo te non è necessario essere scontati per costruire una storia d’amore ambientata al sud (tra l’altro nella stessa cittadina) facendo leva sulle “maschere” senza cadere immancabilmente nei tormentoni “etnici”. Come ha dimostrato Reality, un matrimonio meridionale superkitch può dare spazio a molte amare riflessioni su come anche al sud le tradizioni siano state soppiantate da un cafonal globalizzato.
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