Vivere | questa sera su Sky Cinema Drama

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Questa sera su Sky Cinema Drama va in onda il film “Vivere”, per la regia di Francesca Archibugi con Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Massimo Ghini, Marcello Fonte, Roisin O’DonovanAndrea Calligari

In Italia al Box Office Vivere ha incassato 449 mila euro. La piccola Lucilla Attorre soffre di asma e appare subito evidente che sia un’affezione psicosomatica: la madre Susi, insegnante di danza ad un gruppo di “culone che vogliono dimagrire“, è sempre di corsa, dimentica le proprie cose dappertutto e trascina qua e là la sua bambina come un carrello della spesa; il padre Luca è un giornalista freelance “stronzo e sfigatello” con un debole recidivo per le donne; e il fratellastro Pierpaolo è il ricco e viziato erede (da parte di sua madre Azzurra) di una dinastia di avvocati ammanicati con la politica. In questo quadretto disfunzionale si inserisce Mary Ann, una ragazza alla pari irlandese cattolica che scardina definitivamente i già precari equilibri domestici. Testimone (quasi) silenzioso dell’andirivieni della famiglia è il vicino Perind (soprannome che sta per perito industriale), un tipo inquietante dalle strane abitudini. Riusciranno gli Attorre a sopravvivere o il loro nucleo familiare esploderà definitivamente? Vivere avrebbe funzionato molto meglio, perché i toni sopra le righe, le caratterizzazioni stereotipate e i continui colpi di scena sarebbero stati coerenti con lo stile delle fiction “latine”. La regista conserva la sua consueta padronanza del mezzo cinematografico e quella capacità empatica e fisica di “stare addosso” ai corpi dei suoi personaggi, ma è proprio la storia che fa acqua da tutte le parti, e gli attori non riescono a conferire maggiore credibilità ai loro ruoli: Micaela Ramazzotti è (per l’ennesima volta) la coatta romana come se l’immaginano all’Aventino, Adriano Giannini è un esemplare maschile così ignobile da rischiare l’accusa di misantropia, e la ragazza alla pari è campionessa di incoerenza nei confronti dei propri principi personali e religiosi.Quanto più si cerca di evidenziare la loro contraddittorietà umana, tanto più andrebbero rese riconoscibili le fragilità che ognuno di noi affronta nel corso del proprio, appunto, vivere.

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