Questa sera va in onda su Cielo “Barriere”, per la regia di Denzel Washington con Denzel Washington, Viola Davis, Stephen McKinley Henderson, Russell Hornsby, Mykelti Williamson. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, ha vinto un premio ai BAFTA, 1 candidatura a London Critics, 6 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 3 candidature e vinto 2 SAG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Barriere ha incassato 218 mila euro.
Netturbino nella Pittsburgh degli anni ’50, Troy Maxson combatte ogni giorno contro le ingiustizie sociali e i demoni interiori. Spirito indomabile e ciarliero, ha una moglie, un’amante, un amico inseparabile e due figli di cui non approva le vocazioni. Lyons suona il jazz e Troy canta il blues, Cory pratica il football e Troy gioca a baseball. Chiuso nel recinto che sta costruendo per Rose e in quello che ha innalzato nel cuore, Troy è un’onda implacabile che frange i suoi affetti. Inviso al figlio minore, a cui tarpa le ali per proteggerlo dalle discriminazioni razziali, e persuaso dall’amico a prendere una decisione sulla sua (doppia) vita, confessa alla moglie il tradimento e spalanca tra loro un abisso di dolore. Rimasto solo nel cortile del suo scontento, Troy ricompone i brandelli esistenziali e aspetta la morte. Alla sua terza regia e coerente con una filmografia aderente a un gruppo sociale, a una coscienza politica, a una storia, a un territorio e a una forma artistica (Antwone Fisher, The Great Debaters – Il potere della parola), Denzel Washington realizza Barriere, adattamento della pièce di Auguste Wilson.
“Blue” è la canzone di Troy, ereditata dal padre collerico e violento e trasmessa al figlio e alla figlia che la cantano insieme nell’epilogo, omaggiando la memoria del genitore e riconoscendo nel medesimo ‘bene’ il legame fraterno. Se per Raynell è un canto che culla, per Cory è un gesto di perdono che gli permette di fare pace col padre e di avanzare nella vita. Chiave di lettura primordiale per avventurarsi nel dramma, la “Blue” intonata dall’attore annulla la distanza tra monologo e assolo. Il blues, indissociabile dal teatro di Wilson, è l’ultima risorsa a cui ricorre Troy per farsi intendere dai figli e dalla moglie, coro greco che replica e ammonisce la sua incontinenza. Incontinenza verbale che manipola e ingombra un cortile progressivamente svuotato e ridotto ai soli spettatori, che Denzel Washington affronta in camera.
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