Questa sera su Rai 4 va in onda “Thelma”, per la regia di Joachim Trier con Eili Harboe, Okay Kaya, Henrik Rafaelsen, Ellen Dorrit Petersen, Grethe Eltervåg. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award.
In Italia al Box Office Thelma ha incassato 35,9 mila euro. Thelma ha ricevuto un’educazione rigidamente cristiana: quando finalmente si affaccia al mondo degli uomini l’impatto è complicato. Dopo aver subito una violenta crisi, apparentemente epilettica, Thelma è avvicinata dalla bella e spigliata Anja, che la aiuta a integrarsi con i propri coetanei.L’approdo al soprannaturale non corrisponde a un mutamento di pelle per Joachim Trier. Benché Thelma mostri abbastanza presto che qualcosa di strano si nasconde sotto le pagine della sceneggiatura, i temi rimangono quelli cari al regista norvegese. A partire dalla difficile adolescenza e altrettanto ardua integrazione nella società di Thelma, cresciuta in un isolamento tale da rendere ogni approccio con altri esseri umani un azzardo, basato su un fragile equilibrio. L’horror è il genere cinematografico che più di ogni altro comunica servendosi di un linguaggio di segni e convenzioni, inequivocabili per gli iniziati. Se non basta l’inquietante incipit a metterci in guardia, al resto ci pensa l’ambiente che circonda Thelma: genitori infervorati dal credo, ambienti scolastici alienanti, adolescenti capaci di insostenibili crudeltà.A tratti sembra di vivere un mash-up dei classici di Brian De Palma, come Carrie o Sisters, con Thelma come vascello ideale di un elemento soprannaturale pronto all’immediata detonazione. Ma se il contenuto è dichiaratamente derivativo, è lo stile visivo che lo caratterizza ad allontanarsi dai colori caldi e abbacinanti di De Palma o Dario Argento. La collocazione tra i fiordi norvegesi – Trier torna alla madrepatria dopo la parentesi hollywoodiana di Louder than Bombs – esalta i silenzi e le ellissi, rendendo imperscrutabile il processo interiore della protagonista. Senso di colpa e libero arbitrio si mescolano e si scontrano, in un trionfo della volontà che lascia attoniti: definitiva liberazione dei sensi, autodeterminazione o legittimazione di onnipotenza?Un epilogo affascinante almeno quanto i brevi e laceranti flashback, che aprono squarci sul doloroso passato della famiglia di Thelma e lasciano una sensazione di insicurezza a visione ampiamente terminata. Così come la sequenza della seduzione a teatro, esempio di magistrale gestione della tensione. Un’opera così cool da rasentare la freddezza, che nasconde improvvise vampate, anche fuor di metafora.
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