Questa sera su Italia 1 va in onda “Peppermint – L’angelo della vendetta”, per la regia di Pierre Morel con Jennifer Garner, John Ortiz, John Gallagher Jr., Juan Pablo Raba, Annie Ilonzeh.
Il film ha ottenuto 1 candidatura a Razzie Awards, In Italia al Box Office Peppermint – L’Angelo della Vendetta ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 895 mila euro e 455 mila euro nel primo weekend. Riley North, moglie e madre di famiglia di Los Angeles, assiste impotente all’uccisione del marito e della figlia da parte di una gang di narcotrafficanti. Ferita nell’attacco, riesce comunque a testimoniare contro gli assalitori, ma a causa di un giudice corrotto le sue dichiarazioni sono invalidate e il processo annullato. Cinque anni dopo, Riley, nel frattempo scomparsa e trasformatasi in una spietata assassina, torna per portare a termine la sua vendetta: a uno a uno cercherà i responsabili impuniti della strage (primo fra tutti il boss della droga Diego Garcia), mentre la polizia di Los Angeles cercherà di fermarla e un’intera nazione la acclamerà come eroina. Jennifer Garner torna all’action nei panni di una madre ferita negli affetti che per spirito di giustizia si trasforma in una macchina da guerra: a dirigerla il francese Pierre Morel, già autore del primo film della saga Taken, Io vi troverò. La figura del giustiziere solitario non è certo nuova, nemmeno se traslata al femminile. Solo lo scorso anno, un gioiello come Revenge di Coralie Fargeat trasformava in lotta di genere la vendetta di una donna sopravvissuta a una violenza, capace di ribaltare il rapporto fra la preda femminile diventata cacciatrice e il cacciatore maschio diventato improvvisamente obiettivo della caccia. Nella figura della donna americana media che veste i panni della vedova vendicatrice contro la criminalità e la corruzione non è difficile scorgere un rigurgito della rabbia populista che ha segnato la società occidentale dell’ultimo decennio: l’insistenza sull’impatto mediatico dell’eroina anti-sistema svela tutto il superficiale valore politico del film (sceneggiato dal Chad St. John di Attacco al potere 2, a proposito di vendette e intolleranza…), con la coda finale che ribadisce la resa della giustizia di fronte alla forza del singolo e offre al tempo stesso la possibilità di creare una nuova, possibile saga (negli Stati Uniti il film si è difeso al botteghino e ha incassato più di 50 milioni di dollari).
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