Questa sera su Sky Nature va in onda “Earth -un giorno straordinario”, per la regia di Richard Dale con Robert Redford, Diego Abatantuono.
Dalla BBC Earth Films un documentario girato a sei mani, che nel corso di una sola giornata, dall’alba al tramonto, si propone di raccontare tutta la potenza della natura. Dalle isole più remote dell’Antartide alle giungle esotiche dell’Asia, dal bush australiano al deserto africano, una squadra di 100 operatori riprende più di 40 specie viventi, utilizzando i più moderni ritrovati della tecnologia. Voce fuori campo di Diego Abatantuono, a sostituire il doppiatore originale Robert Redford, regia del premio BAFTA Richard Dale, del nominato all’Oscar Peter Webber e di Fan Lixin, primo documentarista cinese a ottenere un Emmy in due categorie. Tra i tanti fattori che entrano in campo nella valutazione di un documentario naturalistico ce n’è uno decisivo, mai osservato forse con la giusta attenzione. Chiamiamolo il “coefficiente zebra“. Presenza costante in quasi tutti i reportage sulla natura, la zebra è l’animale che ricorre più volte in uno dei topos del genere: la caccia. Capita così spesso che quasi non ci si fa caso. Vittima predestinata dalla regia dell’uomo (e del fato), di rado la zebra sfugge all’attacco di una varietà sfortunatamente molto ampia di predatori, diventando di volta in volta il simbolo della ferocia della natura, dell’ineluttabilità della legge del più forte, della relatività del male. Tanto che quando l’animale scampa al suo nemico si tratta sempre di un piccolo evento, sottolineato con stupore dalla voce fuori campo.Succede anche in Earth: un giorno straordinario. Solo che qui succede tre volte. Abbastanza per prendere in considerazione il coefficiente zebra come indice corretto per valutare almeno uno degli elementi fondanti del film: il tempo. Girato in cinque anni, da un team di cento operatori distribuiti su tutti i continenti, e coordinati da Peter Webber, Richard Dale e Lixin Fan in cabina di regia, Earth deve la sua straordinarietà al lusso temporale che la BBC gli ha concesso. “Non abbiamo fretta di girare un nuovo documentario”, dicevano i produttori dopo il primo Earth – la nostra terra, blockbuster del genere “natura” con 112 milioni di incasso. E infatti, prima di consegnare un nuovo sequel, di anni ne sono passati più di dieci.
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