Questa sera su Rai Movie va in onda “Non ci resta che il crimine”, per la regia di Massimiliano Bruno con Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli.
Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d’Argento, In Italia al Box Office Non ci resta che il crimine ha incassato 4,7 milioni di euro. Moreno e Sebastiano sono due sfaccendati, anzi, come li definisce l’amico Gianfranco che invece è diventato un uomo di successo, due “poracci”. Ma i tre sono cresciuti insieme, e Moreno e Sebastiano da bambini bullizzavano il piccolo Gianfranco, soprannominandolo “il Ventosa”. Con loro c’era anche Giuseppe, che ora fa il commercialista precario e subisce le angherie del suocero, che lo paga solo quando gli pare. Sebastiano peraltro è intrappolato in un matrimonio infelice e Moreno, pur cercando da sempre il modo di “fare i soldi con la pala”, non riesce neppure a pagare gli alimenti arretrati alla ex moglie. Nel tentativo di sfuggire a Gianfranco, Moreno, Sebastiano e Giuseppe si infilano in un cunicolo spaziotemporale che li catapulta all’epoca in cui erano bambini: il giugno 1982, per la precisione. Non ci resta che il crimine è una tipica commedia-idea: e in questo caso l’idea di partenza sarebbe anche commercialmente promettente, visto l’interesse contemporaneo sia per gli anni ’80 che per la Banda della Magliana. Ma a parte il fatto che entrambi i filoni stanno già mostrando la corda, il rischio peggiore con un film-idea è che lo spunto si esaurisca nel momento stesso della sua enunciazione, senza mai declinarsi in uno sviluppo narrativo degno di questo nome. Non è difficile immaginarsi il team di sceneggiatori (qui composto da Andrea Bassi, Massimiliano Bruno, Menotti e l’onnipresente Nicola Guaglianone) intento a oliare gli ingranaggi di in un congegno narrativo che rivela impietosamente la sua farraginosità.
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