Questa sera va in onda su Rai 4 il film “12 Soldiers”, per la regia di Nicolai Fuglsig con Chris Hemsworth, Michael Shannon (II), Michael Peña, Navid Negahban, Trevante Rhodes.
In Italia al Box Office 12 Soldiers ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 725 mila euro e 265 mila euro nel primo weekend. Dopo i fatti dell’11 settembre 2001 il mondo occidentale è sconvolto da quanto avvenuto. L’esercito degli Stati Uniti pensa a una contromossa immediata, che spezzi il dominio di Al-Qaeda in Afghanistan: Mitch Nelson e i suoi uomini si offrono volontari per una missione pericolosa al fianco di Abdul Rashid Dostum, signore della guerra uzbeko, nel tentativo di ricostituire l’Alleanza del Nord in chiave anti-talebana. Sembrano lontanissimi i tempi in cui ogni giustificazione o celebrazione di un conflitto americano suonava come un atto propagandistico e insincero, che mascherava il neocolonialismo sotto i panni dell’esportazione della libertà.
Oggi, nella confusione dell’era Trump, che mescola disordinatamente patriottismo e populismo, l’humus sembra ideale per una produzione firmata Jerry Bruckheimer che guarda ai Berretti verdi di John Wayne come a un modello inarrivabile di war movie “didattico”. Quella forma artificiosa, quindi, di simulazione dell’atto bellico, che pone la verosimiglianza in secondo piano rispetto all’intento confortante e celebrativo della rappresentazione.
Nicolai Fuglsig, regista danese di spot tv, riprende il testo di Doug Stanton e ci riporta da subito alle Torri Gemelle e al grande trauma con cui ha avuto inizio il terzo millennio, provando a delineare un quadro psicologico dei personaggi che rimarrà solo abbozzato. La strage dell’11 settembre, che colpisce così duramente il mondo occidentale da annullarne le autodifese, trasforma anche gli insospettabili tra noi in vendicativi Charles Bronson, senza tetto né legge. Fino a portare un capitano che non ha mai ucciso un uomo prima d’ora a muovere guerra nel “cimitero degli imperi” e a giustificare sbrigativamente un istantaneo intervento militare, condotto prima di avere prove certe della responsabilità di Osama bin Laden.
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