Rieccoci ancora una volta davanti la tv per la decima serie di Un medico in famiglia, da mercoledì 7 settembre, in prima serata su Raiuno, e subito un’altra puntata la sera successiva. Una decima serie, così come affermato dai responsabili della produzione e dagli stessi attori facenti parte del cast, ricca di colpi di scena, di cui racconteremo, senza rivelare troppo. Continua a leggere
Cristiana Vaccaro
In “Se tutto va male, divento famoso!”, il coach Gabriele Pignotta ci insegna a cavalcare il successo, senza talento”
StandardDi Paola Aspri
Diventare famosi non è più un problema in tempo di crisi, basta reinventarsi, approfittando di quello che la televisione offre. In “Se tutto va male, divento famoso!”, in scena al Teatro Ghione, Gabriele Pignotta, regista e autore del testo, nonché attore, si cala nei panni di Jacopo perdendo il lavoro in una multinazionale insieme ad altri suoi colleghi. Invece di cercare di reintegrarsi nel vecchio, guarda al nuovo con timore, ma osando. Decide di partecipare a un talent show e riesce a coinvolgere anche gli scettici ex compagni di lavoro.
L’impresa sarà ardua, anche perché diventare musicisti dal niente e partecipare alle selezioni non è certamente da sottovalutare. Ma alla fine il coraggio verrà premiato e i social network metteranno fine al loro anonimato. Sulla scia della sua opera prima cinematografica, “Ti sposo ma non troppo”, Gabriele Pignotta ritorna a calcare la scena con temi a lui cari, come i social network, tormentone del nostro tempo, caro alla nostra quotidianità con cui possiamo ogni giorno decretare il nostro successo o declino attraverso un selfie o un video rubato.
In questo caso è il rimettersi in gioco a farla da padrone, nonostante i licenziamenti e la mancanza di fiducia nei propri mezzi. Tutto si può fare e Pignotta con una commedia semplice e di buoni sentimenti, fa sorridere, riflettere e uscire dal teatro con la voglia di avere un coach come lui, che sappia fare della nostra vita un motivo di svago e di benessere.
Bravo lui, ma anche Fabio Avaro, suo compagno di viaggio recitativo da sempre, insieme a Cristiana Vaccaro e Siddharta Prestinari, che si prestano senza tentennamenti al gioco verbale del plot e alla dinamicità che si addice allo stile del capocomico.
Aspettiamo con ansia di vedere il secondo film di Pignotta, magari non attingendo da un’altra commedia, ma facendo una nuova sceneggiatura, anche perché la fantasia non gli fa difetto, anzi si esalta tra realtà virtuale e esistenziale. Si replica fino al 9 novembre.