“Come eravamo” è lo spettacolo prodotto e diretto da Francesco Bellomo e scritto da Mauro Graiani e Riccardo Irrera. Continua a leggere
Luigi Pirandello
Il Teatro Quirino apre la stagione 2016/2017 con un cartellone pieno di classici e innovative sorprese
StandardDi Paola Aspri
Secondo anno consecutivo per Geppy Gleijeses e Guglielmo Ferro alla guida del Teatro Quirino, anni di sfide e di grandi scommesse, vinte attraverso un pubblico intelligente che segue la programmazione dello spazio in maniera assidua e costante. La stagione 2016/2017 inizia con “Amleto” di William Shakespeare dal 18 al 30 ottobre con Daniele Pecci e Maddalena Crippa, per la regia di Daniele Pecci. “Il teatro è la più grande affermazione dell’uomo – dichiara Pecci – inoltre l’Amleto sviscera il problema attraverso l’uomo moderno, è un testo evergreen.”
A seguire dall’1 al 6 novembre va in scena “Notturno di donna con ospiti” di Annibale Ruccello con Giuliana De Sio, Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Mimmo Esposito e Luigi Iacuzio, per la regia di Enrico Maria LaManna. “Giuliana De Sio – dichiara il regista – è l’interprete ideale di questo spettacolo. Ogni anno la De Sio lo ripropone perché è richiesto in tutte le piazze.”
Dall’8 al 20 novembre è la volta de “I Malavoglia” di Giovanni Verga con Enrico Guarnieri, per la regia di Guglielmo Ferro.
Dal 22 novembre al 4 dicembre è in cartellone “Macbeth” di William Shakespeare con Luca Lazzareschi e Gaia Aprea, per la regia di Luca De Fusco.
Dal 6 al 18 dicembre va in scena “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello con Gabriele Lavia che ne cura anche la regia. “Nutro per Pirandello – afferma Lavia – un amore viscerale. Mia nonna quando ero piccolo mi leggeva i testi di Luigi Pirandello. Lei era una grande attrice, perché non aveva studiato dizione. Noi attori invece con l’età peggioriamo con la recitazione, perdiamo una naturalezza essenziale per essere veri.”
Massimo Ghini è interprete insieme a Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro, Alessandro Giuggioli, Gea Lionello, Galatea Ranzi e Luca Scapparone di “Un’ora di tranquillità” di Florian Zeller, per la regia di Massimo Ghini, in scena dal 25 dicembre all’8 gennaio. Liliana Cavani dirige Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses in “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo, in cartellone dal 10 al 29 gennaio. “In Italia – dichiara Liliana Cavani – si parla solo di crisi e sembra che ce la tiriamo. Viviamo un grande disinteresse nei confronti della vita. Filumena Marturano è una eroina del teatro, sono contenta di affrontarlo perché mi piace molto come testo.”
Dal 31 gennaio al 12 febbraio è la volta di “Luci della ribalta” di Charlie Chaplin con Antonio Salines, Marianella Bargilli e Sergio Bini, per la regia di Giuseppe Milani.
Dal 14 al 26 febbraio Giuseppe Zeno è interprete de “Il Sorpasso” dal film di Dino Risi, per la regia di Guglielmo Ferro.
Neri Marcorè è protagonista di “Quelli che non ho”, tratto dalle canzoni di Fabrizio De Andrè, drammaturgia e regia a cura di Giorgio Gallione, in scena dal 28 febbraio al 5 marzo.
Dal 7 al 19 marzo Massimo Dapporto e Tullio Solenghi sono “Quei due – Staircase – Il sottoscala” di Charles Dyer, adattamento di Massimo Dapporto, per la regia di Roberto Valerio.
Dal 21 al 26 marzo è la volta di “La bella addormentata”, del Moscow State Ballet, diretto da Anna Aleksidze-Grogol.
Dal 28 marzo al 2 aprile vanno in scena Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini in “Erano tutti miei figli” di Arthur Miller, per la regia di Giuseppe Di Pasquale.
Dal 4 al 9 aprile Ferdinando Bruni insieme ad un nutrito gruppo di attori è protagonista di “Mr Pùntila e il suo servo Matti” di Bertold Brecht, per la regia e le scene di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia.
Emilio Solfrizzi chiuderà la stagione dal 18 al 30 aprile con “Il borghese gentiluomo” di Molière, per la regia di Armando Pugliese. “Ho aspettato 54 anni per affrontare Molière – dichiara Solfrizzi – e mi auguro di vedervi in tanti quando sarà in scena.”
Al Teatro dell’Angelo: "Centomila, Uno, Nessuno – La curiosa storia di Luigi Pirandello”
StandardDi Paola Aspri
Un grande omaggio ad un drammaturgo tra i più rappresentativi del “Novecento”. Luigi Pirandello viene tratteggiato con grande perizia di particolari tra il serio e l’ironico da Giuseppe Argirò in uno spettacolo/reading che ha stravolto amabilmente il titolo di una famosa commedia pirandelliana. Centomila, Uno, Nessuno – La curiosa storia di Luigi Pirandello, è il titolo di una famosa pièce dell’artista siciliano, leggermente modificata da Argirò che ha voluto così vedere a modo suo, prendendo la parte migliore, tutta la poetica e la vita di un misterioso e ineguagliabile uomo.
Il racconto scenico è affidato a Giuseppe Pambieri che aleggia sulle parole con maestria e con il solo supporto della voce capace di cambiare registro per il piacere della platea, portarci a conoscere e ad approfondire il vissuto pirandelliano. Così il regista e l’autore di questo omaggio ci porta per mano insieme al suo alter ego verso pensieri e elucubrazioni della realtà e finzione del drammaturgo, esplora il suo “io”, attraverso un emozionale Pambieri che si compenetra e si commuove verseggiando personaggi che entrano ed escono nelle dimamiche del demiurgo, ispirazione di un vissuto sofferto e malinconicamente portato con sé.
Un leggio è da supporto al protagonista che vola alto le parole e dimostra di tenere viva l’attenzione senza fatica, perché il suo generoso recitare è un tutt’uno con l’abilità di un artista a tutto tondo che riesce a mettersi in gioco tra le pieghe elucubrative pirandelliane.
Lo spettatore rivede tra le parole di Giuseppe Pambieri tutti i caratteri delle commedie di Pirandello, da “Sei personaggi in cerca d’autore”, “Il Fu Mattia Pascal”, “Così è se Vi pare”, “Il Giuoco delle parti”, ma anche i personaggi femminili che sono stati parte integrante della vita immaginifica di Pirandello da Mommina a Erisilia, la figliastra di “Sei personaggi in cerca d’autore”, insomma un escursus che va ad approfondire i sentimenti contorti di un’anima che cerca l’amore, ma nonostante il suo peregrinare poetico non trova e si strugge per tutta la vita alla ricerca di sé, attraverso le storie di una vita interiore. Un meraviglioso ritratto che è un’affermazione di un’anima divisa in due tra il vivere affannoso che reclama l’uomo e l’artista in bilico tra ragione e sentimento. Da vedere. Al Teatro dell’Angelo fino al 17 aprile.
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