Echi di Germania in “Marchette in trincea” , commedia targata Lillo&Greg

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Di Paola Aspri

Lillo&Greg in scena con un cavallo di battaglia teatrale del loro repertorio. “Marchette in trincea” (Work in regress), sarà in scena al Teatro Brancaccio dal 23 febbraio al 1 aprile.  Uno spettacolo riproposto a distanza di 14 anni e che ha dalla sua la vena tipicamente surreale della coppia di attori, ma la vera novità è quella di rimetterla a nuovo, togliendo gli orpelli del passato, assemblandone nuove idee che la rendono accattivante e coinvolgente agli occhi di un pubblico che ha voglia di essere smarrito e coinvolto dalle gag di Lillo Petrolo e Claudio Gregori. La storia è quella di una Compagnia di teatro che allestisce una commedia sull’invasione tedesca del 1943.  Gli incassi esigui per il poco pubblico presente, mettono la Compagnia sul lastrico economico, in quanto si sono autoprodotti. L’arrivo di un imprenditore tedesco fa si che la situazione prenda un’altra piega, ma il salvatore pretende slogan pubblicitari che parlino bene dei tedeschi nello spettacolo e l’inserimento di un’attrice oca di cui si è invaghito. “L’imprenditore assoglia al Professore che s’invaghisce della cantante/ballerina Lola ne “L’Angelo Azzurroafferma Lillo. – Abbiamo voluto fare un omaggio a quel cinema autorale del passato con le grandi dive.” Non mancano colpi di scena che fanno parte del repertorio di Lillo&Greg, che anche in questo caso mettono in scena diverse parti in commedia, facendo recitare agli attori  alcuni  personaggi per diversificare la trama al punto da renderla confusa, ma decisamente nel loro stile drammaturgico. La commedia di Claudio Greg Gregori e Pasquale Lillo Petrolo fa parte delle prime esperienze teatrali dei due e rileggendola si sono accorti che si poteva migliorare ulteriormente. “La differenza con la vecchia edizioneafferma Lilloè che in questa io e Greg interagiamo tra noi”. Greg fa un doppio ruolo quello dell’ideatore della commedia e quello dell’imprenditore salvifico. Marco Fiorini è il consulente finanziario del tedesco che nella vecchia edizione era appena accennato come carattere.  Il titolo dello spettacolo fa riferimento ai mille compromessi che gli artisti dovranno accettare per andare in scena. In scena con Lillo e Greg: Dora Romano, Marco Fiorini e Monica Volpe. La regia è di Lillo&Greg, con la co-regia di Andrea Palotto.

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Al teatro Brancaccino "IL MIO TESTIMONE DI NOZZE"

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Di Paola Aspri

Coraggio premiato quello di Pino Quartullo che ha adattato per la prima volta in Italia, la commedia francese di Jean Luc Lemoine. “Il mio testimone di nozze”, in questi giorni al Teatro Brancaccino per la riuscita plateale.

La pièce è stata scritta da un autore dei nostri giorni che ha trovato in Quartullo il giusto traghettatore italiano.

Ritmi intensi e battute fulminee per un assunto che mette in luce la difficoltà di arrivare al giusto traguardo matrimoniale con la convivente consolidata da anni.

In questo caso lo zampino per distruggere un prossimo matrimonio ce lo mette l’amico del cuore di Benny, Thomas, un irriverente e inaffidabile uomo che con la sua visita improvvisa, crea confusione a non finire.

Lili oltre a vedere una minaccia nell’esplosivo amico, è invidiosa e gelosa della ragazzina che lo accompagna.

Elynea, è una diciannovenne carrozzata a dovere, che esplode di femminilità lolitesca. Immaginate cosa può accadere in una coppia vicina alla fede nuziale se irrompe una simile minaccia.

Insomma un fulmine a ciel sereno che porterà a un epilogo poco prevedibile e quindi un “coup de theatre” che lascia soddisfatti il pubblico in sala.

Non è solo la trama e il dialogo a essere efficace, è anche la tenuta scenica degli attori, perfettamente in sintonia con i loro personaggi, generosamente proiettati a una collettiva armonia attoriale.

Marco Fiorini e Siddharta Prestinari sono eccezionali nel rendere una coppia all’apparenza perfetta che poi scoppia con le dovute deflagrazioni del fato.

La Prestinari è divertente, audace nel dialogo e antipatica nei giusti tempi per contrastare la verve provocante e superficiale di Monica Volpe, quest’ultima con il fisico del ruolo, una finta oca con l’istinto del buon samaritano.

Marco Fiorini e Alberto Bognanni, raffigurano due personalità maschili agli antipodi con poche affinità amicali, quando ci sono di mezzo i sentimenti.

La regia di Pino Quartullo da un tocco in più alla già brillante e riflessiva pièce, attento a non far eccedere gli interpreti in un plot dove è facile esagerare nell’esporsi.

Un ottimo equilibrio registico accompagnato da una buona partitura attoriale e alle scenografie del bravissimo Marco Raparelli, artista esperto in derivazioni fumettistiche. In questo caso il bianco e nero della scenografia non solo riporta la cifra fumettistica, ma anche quel nostalgico mondo televisivo degli anni “70”. Da vedere. Fino al 26 ottobre, il giovedi, venerdi e sabato alle ore 21,30 e la domenica alle 17,30.