“La pazza gioia” con 10 candidature ai Nastri d’Argento, ma il cinema italiano perde lo smalto di un tempo

Standard

Incetta di candidature quest’anno per i Nastri D’Argento, ma ad essere il più gettonato è il film di Paolo Virzì, “La Pazza Gioia” con 10 candidature, a seguire tra le opere prime, “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti con 9 candidature, poi “Suburra” di Stefano Sollima con 7 candidature, “Per amor vostro” di Giuseppe Gaudino con 6 candidature e poi 5 candidature ciascuno per “Alaska” di Claudio Cupellini e “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese.

Quo-vadoInvece, 4 le candidature per “Io e lei” di Maria Sole Tognazzi, per “Quo Vado?” di Gennaro Nunziante e anche per “Non essere cattivo”, quest’ultimo il film dell’anno per i giornalisti, al quale va già il nastro a Valerio Mastandrea e ai due attori, Luca Marinelli e Alessandro Borghi, con una menzione a tutta la produzione, alla sceneggiatura, alle attrici per aver sostenuto il progetto di Mastandrea in omaggio allo scomparso autore Calligari.

L’annuncio è stato dato in una giornata speciale, quella del 31 maggio, compleanno del Sindacato e dei Nastri, nati nella primavera del 1946, l’anno in cui trionfò nella prima edizione “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, con i nastri al regista e ad Anna Magnani.

A decidere i vincitori del 2016 sarà il voto dei giornalisti cinematografici iscritti al SNGCI che organizzano, come sempre, anche questa 70ma edizione – main sponsor BNL Gruppo BNP Paribas – con il sostegno istituzionale di MiBACTDirezione Generale per il Cinema, e in occasione delle “cinquine” a Roma con il patrocinio della Regione Lazio (e il sostegno della Roma Lazio Film Commission) consegnando poi i premi a Taormina, il 2 luglio, al Teatro Antico, grazie al contributo della Regione Siciliana, Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, Sicilia Film Commission, nell’ambito del progetto ‘Sensi Contemporanei’.

Non mancano però polemiche da parte dei giornalisti del Sngci, rappresentati dal Direttivo Laura Delli Colli che ha selezionato le candidature. “Troppe commedie – afferma la Delli Colli – e poco originali, squisitamente costruite per un mercato facile.” C’è poca originalità nella scrittura, che era già stato riscontrato un anno fa, e il Sindacato si augura di trovare proposte nuove per il prossimo anno.

52584Ma torniamo alle candidature: per la regia la sfida a cinque è tra Roberto Andò (Le confessioni), Claudio Cupellini (Alaska), Giuseppe Gaudino (Per amor vostro), Stefano Sollima (Suburra), Paolo Virzì (La pazza gioia). I registi esordienti candidati sono invece: Ferdinando Cito Filomarino (Antonia), Carlo Lavagna (Arianna) Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot), Piero Messina (L’attesa), Giulio Ricciarelli (Il labirinto del silenzio). Ecco poi le cinque commedie candidate: “Dobbiamo parlare” di Sergio Rubini, “Io e lei” di Maria Sole Tognazzi, “Natale col boss” di Volfango De Biasi, “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, “Quo vado?” di Gennaro Nunziante.

Tanti i nomi in competizione nella “cinquina” dei produttori, categoria in cui il Sngci ha selezionato con Marco Belardi (Lotus film, e quindi Leone Group Film e altri partner) candidato per “La pazza gioia” (Rai Cinema) e “Perfetti sconosciuti” (Medusa Film), il trio di Indiana Fabrizio Donvito, Benedetto Habib e Marco Cohen per “Alaska” (e con Marco D’Amore capofila della Piccola società per Un posto sicuro), Nicola Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori (Indigo Film) con Andrea Occhipinti (Lucky Red) per “Io e lei” e, con Guido Lombardo (Titanus), per “Un bacio”. Ancora: Gabriele Mainetti per “Lo chiamavano Jeeg Robot”, Pietro Valsecchi (Taodue) per una produzione davvero eterogenea, da “Quo vado?”, “A Chiamatemi Francesco” senza dimenticare il contributo dato alla causa di “Non essere cattivo”.

recensione-io-e-lei-2Cinquine superstar, con qualche sorpresa inedita, tra gli attori. I protagonisti candidati sono: Stefano Accorsi (Veloce come il vento), Pierfrancesco Favino (Suburra), Elio Germano (Alaska), Claudio Santamaria (Lo chiamavano Jeeg Robot), Riccardo Scamarcio (La prima luce, Pericle il nero). Per le protagoniste sono, invece, in gara per il Nastro: Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti (La pazza gioia), Paola Cortellesi (Gli ultimi saranno gli ultimi), Sabrina Ferilli (Io e lei), Valeria Golino (Per amor vostro) e Monica Guerritore (La bella gente).

JEEGNella “cinquina” delle non protagoniste si sfidano Sonia Bergamasco (Quo Vado?), Valentina Carnelutti (La pazza gioia, Arianna), Piera Degli Esposti (Assolo), Greta Scarano (Suburra), Milena Vukotic (La macchinazione). Infine gli attori non protagonisti: Claudio Amendola (Suburra), Fabrizio Bentivoglio (Gli ultimi saranno ultimi, Forever Young e Dobbiamo parlare), Peppino Di Capri (Natale col boss), Adriano Giannini e Massimiliano Gallo (Per amor vostro) e Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot).

Sono in ‘cinquina’ per il soggetto: Francesco Calogero (Seconda primavera), Alberto Caviglia (Pecore in erba), Ivan Cotroneo, Francesca Marciano e Maria Sole Tognazzi (Io e lei), Francesco Ghiaccio e Marco D’Amore (Un posto sicuro), Adriano Valerio e Ezio Abbate (Banat-il viaggio).

Ed ecco gli sceneggiatori: Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Diego De Silva (Dobbiamo parlare), Paolo Virzì e Francesca Archibugi (La pazza gioia), Nicola Guaglianone e Menotti (Lo chiamavano Jeeg Robot), Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini e Rolando Ravello (Perfetti sconosciuti), Francesca Marciano, Stefano Mordini e Valia Santella (Pericle il nero).

I candidati per la migliore colonna sonora sono Michele Braga e Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot), Pasquale Catalano (Alaska), Carlo Crivelli (Sangue del mio sangue), Epsilon Indi (Per amor vostro), Carlo Virzì (La pazza gioia).

maxresdefaultQueste invece le migliori canzoni originali candidate:“A cuor leggero” scritta e interpretata da Riccardo Sinigallia (Non essere cattivo), “E tu dimane” di Alessandro Siani, interpretata da Antonio Rocco (Troppo napoletano), “La prima Repubblica” scritta e interpretata da Luca Medici (Quo vado?), “Perfetti sconosciuti” di Fiorella Mannoia, Bungaro, Cesare Chiodo, interpretata da Fiorella Mannoia (Perfetti sconosciuti), “Torta di noi” scritta e interpretata da Niccolò Contessa (La felicità è un sistema complesso).

Le “cinquine” dei candidati, anche su segnalazione degli iscritti al SNGCI, sono state scelte quest’anno, come i premi speciali, dal Direttivo Nazionale presieduto da Laura Delli Colli e composto da: Fulvia Caprara (vicepresidente), Romano Milani (Segretario generale), Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Fabio Falzone, Pier Paolo La Rosa, Stefania Ulivi, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga. Al Direttivo eletto si aggiungono l’ex presidente Mario Di Francesco e Carlo Muscatello in rappresentanza della FNSI. E con il Collegio dei Sindaci revisori composto da Franco Mariotti (Presidente), Teresa Marchesi e Annamaria Piacentini.

Le candidature entreranno in votazione dal 6 al 20 giugno quando lo spoglio del notaio dei Nastri, Alessandra Temperini – che raccoglierà anche il voto online sullo specifico indirizzo mail indicato sulla scheda di voto – decreterà i vincitori.

I premi al Teatro Antico di Taormina, saranno consegnati quest’anno sabato 2 luglio, in una serata che vedremo in uno speciale sul cinema italiano a cura del SNGCI, con la regia televisiva di Giovanni Caccamo, su Rai1 (e nel mondo grazie a Rai Italia) in seconda serata il 23 luglio anticipata subito dopo la serata di Taormina da Rai Movie.

Quo Vado? Checco Zalone mette tutti d’accordo

Standard

Di Paola Aspri

Ventidue milioni di euro in tre giorni, un record che ha battuto tutti gli incassi di queste feste natalizie. L’ultimo film di Checco ZaloneQuo Vado?” è una sorpresa anche per chi scetticamente approda nella sala cinematografica e vede il comico pugliese con il fumo negli occhi. Ma diamo a “Cesare quel che è di Cesare” e constatiamo che questo film come afferma Celentano dalle pagine di un noto quotidiano, è un toccasana che dovrebbe diventare una medicina da banco nelle farmacie del Bel Paese. Checco ha fatto centro con il suo quarto film. Uscita dal cinema, io che ero la più scettica degli spettatori, mi sento rincuorata per aver visto questa favola moderna a lieto fine, dove anche gli italiani hanno un’anima e non sono tutti corrotti e corruttori.

Il film racconta la storia di un italiano medio che fin da piccolo aspira al posto fisso per avere i privilegi e cullarsi nel dolce far niente, tra favoritismi e indolenti pigrizie. Ma nella vita tutto può succedere, anche a chi per quindici anni vive dietro una scrivania a timbrare permessi di caccia senza pensieri. A rompere l’incantesimo di Checco ci pensa un’irreprensibile dirigente, l’antipatica Sironi (interpretata da una strepitosa Sonia Bergamasco) che deve liquidare l’impiegato fannullone a fronte della riforma sull’abolizione delle Provincie. Checco sotto consiglio del Ministro dello spreco (un divertente e provocatorio Lino Banfi) che lo ha messo al posto giusto e nel momento giusto, non cede alla liquidazione facile e si sottopone ad un tour de force per non essere licenziato. La Sironi è un osso duro e lo sbatte in men che non si dica da una parte e l’altra dell’Italia, fino al Polo Nord, dove lo sconsolato Checco, depresso e spaesato, troverà l’amore in una collega e si farà piacere il clima impossibile del posto e tutto quel che segue. Avvicendamenti e colpi di scena rendono il finale lieto e con un giusto monito per chi ancora pensa che L’Italia sia il paese della cuccagna e del guadagno facile. Si comincia dal cittadino a cambiare le regole di un Nazione e Checco ce lo dimostra con un finale che redime anche i più cattivi come la Sironi, presa da una botta di buonismo dopo tanto irreprensibile egoismo. L’italiano può ancora dormire sonni tranquilli e pensare di essere migliore nonostante tutto, tra valori e sentimenti riscoperti da Zalone, un comico, ma soprattutto un esaminatore della realtà a tutto tondo, utilizzando facile espressioni, gesti e mimiche facciali che sono eloquenti più di mille parole o intellettualismi modaioli. Bravissimi tutti gli attori, da Ninni Bruschetta, a Maurizio Micheli, Ludovica Modugno, Eleonora Giovanardi. Inoltre il film si avvale di paesaggi stupendi, con una bella fotografia e ci fa scoprire luoghi lontani dal nostro vivere e pensare. La regia è di Gennaro Nunziante. Da vedere.