Elena Russo ne “Il topo nel cortile” al Teatro Ambra alla Garbatella

Standard

Di Paola Aspri

Elena Russo è la protagonista insieme a Massimo Poggio, Laura Adriani e Andrea Standardi de “Il topo nel cortile”, testo e regia di Daniele Falleri, in scena al Teatro Ambra alla Garbatella. Una tragedia familiare dove lei interpreta il ruolo di Gianna, la mamma che pretende di risolvere a modo suo un problema di sua figlia. La Russo è partenopea e porta il fuoco sudista nel sangue, ama la sua terra e oltre a portarne i colori, indossa anche quella spontaneità e ironia tipica delle donne del Sud. Tante fiction all’attivo, tra cui “Orgoglio”, “Elisa di Rivombrosa”, “Sangue Caldo”, “Rodolfo Valentino”, “Furore”.IL-TOPO-NEL-CORTILE-Foto-2-b.ris_.-05.06.15

 

Il tuo ruolo è quello di Gianna.

È un personaggio che non consiglio nella vita alle donne. Proprio perché lo faccio voglio lanciare qualche messaggio in tal senso. Gianna fa tutto per la sua famiglia, si prende tutte le responsabilità lasciando in disparte il marito. È una commedia che fa ridere in parte, poi la pièce comincia a prendere un’altra piega.

 

Spesso nelle fiction interpreti il ruolo della cattiva. Ma nella vita tiri fuori questo aspetto di te?

Purtroppo no. E poi io penso che nessuno nasce cattivo, c’è una parte in alcuni di invidia che fa sembrare cattivi.

 

Nelle tue interviste spesso hai affermato che nellla passione non conosci limiti, sei pazza allo stato puro.

Prima nelle interviste lo dicevo spesso, ma ora sono cambiata, anni di analisi mi hanno fatto cambiare. Avevo un aspetto irruente di me che andava controllato. Da piccolina avevo impeti forti, come avere gesti un po’ violenti nei confronti dei miei fidanzati. Si cambia.

 

In Furore sei nel ruolo di Sofia. Sofia Loren è il tuo mito peraltro.

Si è vero lo è ancora e lo è stato dall’età di sei anni.

 

Qual è il ruolo che prediligi tra quelli interpretati nelle fiction?

Deve ancora venire, perché amo tanto questo lavoro che continuo a innamorarmi di altri personaggi. Mi piacerebbe però interpretare una monaca di monza, ma mi mancano ancora tanti altri caratteri.

 

Ti piaci come donna

Adesso si, da piccola ero complessata, ero convinta di non essere all’altezza. Oggi sono una felice quarantenne che sa di poter piacere senza eccedere.

 

Cosa ti è rimasto di Napoli?

Ognuno di noi ha delle caratteristiche di appartenenza e Napoli è una città dalle tinte forti. Ho combattuto per portare in scena la mia napoletanità, ma avevo paura di non essere capita e ancora oggi alcune battute non posso farle anche se ho vinto in parte la scommessa di essere un’attrice con il mio incipit partenopeo.

 

Qual è il piatto che prediligi?

La caprese, ma non ho ancora trovato il ristorante che la faccia bene a Roma.

Al Teatro Golden: …E la musica mi gira intorno con Maurizio Casagrande

Standard

Di Paola Aspri

Maurizio Casagrande in veste di artista poliedrico per “…E la musica mi gira intorno”. Questa volta il regista e attore che ha contribuito alla verve attoriale di Vincenzo Salemme in tanti film, prova la strada musicale per cimentarsi in qualcosa di inedito  cui non eravamo abituati a vederlo. 23042013.DSC_5028Il suo spettacolo, scritto insieme a Francesco Velonà, è un mix di emozioni musicali che tratteggiano il percorso esistenziale di Casagrande partendo dagli esordi infantili, quando ancora non era in grado di capire cosa avrebbe fatto da grande. Un debutto può creare a volte anche qualche piccolo impaccio e al grande Maurizio è capitato di farsi prendere dalla confusione del momento per poi riprendersi alla perfezione tra un aneddoto e l’altro, narrando i suoi primi turbamenti sentimentali, accompagnandoli a brani memorabili che rimangono fissi nella memoria. Si va zig zagando musicalmente, quasi un carosello napoletano che si adatta perfettamente alla dinamicità del protagonista, chiamato a interpellare se stesso e anche il suo duo di vocalist Mariateresa Amato e Roberta Andreozzi, puntuali nel ricordare musicalmente i momenti salienti, partendo dagli anni “50”, anni in cui i genitori di Maurizio Casagrande (tra cui il grande Antonio) si conobbero per arrivare agli anni “60” e al tormentone de “Viva la pappa col pomodoro” e alla Rita Pavone Yè- Yè. Poi il rockettaro Casagrande esplode con un mix di brani cari a quei tempi, artisti che hanno fatto grande la storia del rock internazionale, dai Deep Purple, a Led Zeppelin. Poi gli anni “80” dove a bordo di una “Uno Bianca”,  Casagrande ha la sua passione più grande per una ragazza che non esita ad essere molto aperta con tutti, rischio del fatto di essere un batterista e di non attirare a quei tempi la ragazza romantica. Sulle note di “Andamento lento” l’artista napoletano ricorda gli attimi veraci passati con una fidanzata un po’ leggera. e.. la musica mi gira intorno 1Poi arriva l’amore in chiave musical con Zucchero e con “Diavolo in me” esplode il ciclone partenopeo che inventa passi improbabili e situazioni machiettistiche, il tutto non dimenticando l’attore. Gli sketch, gli scoop esistenziali e storie che ci assomigliano vanno a braccetto con il brio della musica, ravvivato dalle incursioni di un tecnico “animale” che tenta di smontare a parole e con le azioni la rappresentazione in essere. Tra Casagrande e il bravo Peppe Fiore è uno spasso continuo, tra cadute di stile e strafalcioni del tecnico che tenta di mettere il becco dappertutto disturbando l’equilibrio del protagonista. Inutile dire che il poliedrico interprete muove con abilità una rappresentazione non di genere, squilibrata già dal primo quadro, ma nelle corde di un andamento partenopeo che porta a una improvvisazione voluta e ragionata. Da vedere. Al Teatro Golden fino al 17 aprile.

“Al Salone Margherita: Con tutto l’Abruzzo che posso”

Standard

Di Paola Aspri

locandina-NduccioGermano D’Aurelio, in arte “Nduccio”,  ha trent’anni di carriera sulle spalle,  spaziando tra cabaret e canzoni popolari di cui è l’autore, usando un dialetto di ispirazione abruzzese.

Il nome d’arte di Germano è un diminutivo di tutti i nomi  che contengono la sillaba “nd” che nel dialetto pescarese è molto frequente.

Non solo artista, ma anche politico, è stato nominato il 6 aprile del 2013 dal Sindaco Di Mattia, Assessore alla Cultura, Turismo, Eventi e Nuovo Teatro del Mare del Comune di Montesilvano.

Ora la politica la osserva come spettatore, affermando che il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi è un comico nato, anche se spinge i bottoni del potere. Il suo comico preferito però rimane Aristofane, seguito a ruota dal grande Totò.

3chièNduccio è in scena in questi giorni fino al 13 marzo al Salone Margherita con “Con tutto l’amore che posso (Amore che può essere sostituito da Abruzzo)”, un titolo che ha un doppio significato. Uno spettacolo che racconta l’artista, ma anche la sua terra piena di significati e illustri letterati come Gabriele D’Annunzio.

Nduccio quando hai cominciato a muovere i primi passi nello spettacolo?

Ho cominciato a suonare il basso in un complesso parrocchiale e poi sono andato allo sbaraglio, ma fingendomi scarso e sorprendendo poi chi mi veniva a vedere per curiosità.

nduccio (1)In “Con tutto l’Abruzzo che posso” racconti te stesso e i tuoi 30 anni di carriera?

Racconto anche come gli Abruzzesi del 3570 sono arrivati a Roma a cavallo di un mulo a comando vocale. D’altronde devo molto agli Abruzzesi e a quelli che mi seguono nella capitale. La mia “prima” è stata dedicata a loro, avevo tutti i tassisti in sala e davano numeri di continuo…

Come Assessore alla Cultura di Montesilvano cosa ti eri prefisso come obiettivo primario.

Riportare al loro posto le pecore! Ovviamente scherzo, ma volevo dare risalto alla natura, riportarla all’antico splendore, solo che non mi è stato possibile, al Parlamento ci sono troppi lupi che circolano liberamente per dare spazio alle idee contaminate.

Al Teatro Piccolo Eliseo: “Gaber, io e le cose”

Standard

Di Paola Aspri

Maria Laura Baccarini, un passato come rivelazione della trasmissione “Pronto chi gioca”, poi “Chorus Line”, diretta da Saverio Marconi. Da dodici anni vive a Parigi, perché un italiano come afferma: “Si trova bene a Parigi, si mangia salutare e c’è maggiore considerazione per il ruolo dell’artista”.  Collabora attivamente con “Radio France” la Baccarini ed inoltre insegna, balla, canta, recita .Lei, però ogni tanto sente il richiamo di Roma e ci torna volentieri, soprattutto con uno spettacolo su Gaber. “Gaber, io e le cose”, è in scena in questi giorni al Teatro Piccolo Eliseo fino al 21 febbraio. Un viaggio nel teatro canzone per omaggiare il cantautore, regista e attore. “Gaber mi serve per parlare delle mie debolezze e per dare una speranza alle potenzialità dell’essere umano.” La canzone che da il titolo allo spettacolo è la preferita di Maria Laura Baccarini, perché spiega perfettamente il contenuto delle sue tematiche artistiche, un linguaggio quello di Gaber che diventa inseparabile da quello del paroliere Sandro Luporini, insieme danno emozioni infinite e evergreen.

Maria Laura Baccarini è accompagnata dal violinista francesce Règis Huby. Uno spettacolo nato in Francia che è stato portato in scena in italiano, senza sottotitoli, perché i contenuti sono universali e vanno oltre la lingua.

“Segreto”, il nuovo cd di Laura Bono è un graffiante viaggio nel presente

Standard

Di Paola Aspri

Laura Bono è al suo quarto disco, “Segreto” uscito il 29 novembre in tutti i digital store. La cantautrice di Varese, diventata famosa grazie  al brano “Non credo nei miracoli”, con cui ha vinto “Sanremo Giovani” nel 2005,  ha una notorietà stratosferica in Finlandia alla stregua di Eros Ramazzotti e Laura Pausini e i suoi fan italiani la seguono dappertutto, sedotti dal suo spirito libero e dalla sua voglia di amare ed essere amata dal pubblico.  Il nuovo cd è permeato dalla musicalità pop, anche se Laura insegue da sempre con la sua voce graffiante tonalità rock. Undici brani che raccontano la quotidianità di chiunque accompagnandola al romantico fluire della passionalità rocchettara della cantante. Lei non ha paura di voltare pagina, dopo tredici anni ha deciso di lasciare il suo compagno e di amare una donna e di affermarlo a mezzo stampa su “Vanity Fair”, non un “coming out”, ma un dichiarare un presente felice che la vede innamorata del suo lavoro e della sua nuova compagna. Indipendente, dinamica, prolifica artista, Laura ha deciso di creare una sua etichetta indipendente “La mia isola” e per il nuovo cd “Segreto” ha lanciato una campagna crowdfunding indirizzata agli appassionati della musica per finanziare il suo progetto. Il risultato è stato positivo. Il suo cd è una realtà e a breve il suo video “Segreto” sarà in rete per tutti i “pezzi di cuore” della Bono (così chiama i suoi fan). L’abbiamo incontrata a Roma durante la promozione della sua nuova creatura e mi è rimasta subito simpatica, la sua schiettezza ha fatto breccia nel mio animo da girovaga artista e tra un bicchiere di prosecco e una chiacchierata informale, l’intervista è venuta giù una meraviglia. Che spettacolo Laura Bono e per Spettacolandotv ci ha regalato anche un pezzo del brano “Segreto”, eseguito rigorosamente dal vivo.