L’avevamo visto in scena al Salone Margherita di Roma lo spettacolo di Pier Francesco Pingitore “Magnamose tutto!“. Ora l’attesa per tutti i fan del Bagaglino, anche per chi non ha potuto presenziare a teatro, è finita. Infatti questa sera in seconda serata su Canale 5 andrà in onda l’intero spettacolo. Continua a leggere
Salone Margherita
Pier Francesco Pingitore torna per deliziarci di satira con “Magnamose tutto!” al Salone Margherita
StandardPier Francesco Pingitore riporta in auge la satira politica dei tempi d’oro in “Magnamose tutto!”, in scena al Salone Margherita mettendo insieme i fatti politici dell’ultima ora con fenomeni paradossali che si rifanno agli avvenimenti catastrofici della nostra Italia. Continua a leggere
Pamela Prati si sveste del GFVip e si veste dei panni di una Dea
StandardPamela Prati è uscita dalla casa e già promette una querela nei confronti di Stefano Bettarini che ha spettegolato anche su di lei. Nel nuovo spettacolo targato Pingitore che sarà nel mese di novembre al Salone Margherita, la Prati è una Dea che protegge Matteo Renzi. Continua a leggere
Il Salone Margherita diventa “la Casa del tango” e “Galà Tango” lo spettacolo che unisce passione e tradizione
StandardAtmosfere suadenti, inebrianti sono quelle che avvolgono lo spettatore con “Galà Tango”, uno spettacolo che attraverso questo ballo ci mostra i passi della vita con i movimenti scenici e di grande tradizione dei ballerini della Compagnia Locura Tango, direttrice artistica e ideatrice di questo gruppo che fa di questo ballo l’eccezione. Continua a leggere
I Vianella, i cantori della storie romane, ritornano insieme per emozionare il pubblico
StandardDi Paola Aspri
I Vianella si rimettono insieme, almeno artisticamente. Il famoso duo Edoardo Vianello e Wilma Goich che aveva impazzato negli anni ‘70 con canzoni memorabili come “Semo gente de Borgata” e “Fijo mio” si ricongiunge per i tanti fan che avevano visto sciogliere nel 1978 uno dei gruppi più gettonati della storia della canzone romana. Lo spettacolo sembra il titolo di un film di Ettore Scola “C’eravamo tanto amati”, invece è il testo di una canzone memorabile “Come pioveva”, cantata dal grande Achille Togliani. Incontriamo Edoardo Vianello durante una pausa delle prove dello spettacolo che si è tenuto al Salone Margherita fino al 20 marzo e a cui seguirà una tournèe estiva con relative date nei più grandi teatri italiani e internazionali.
Edoardo, tu sei stato prima de i “Vianella”, l’autore del disimpegno, perché le tue canzoni memorabili (“Abbronzatissima”, “I Watussi”) uscivano sempre l’estate. Non hanno perso peraltro mai lo smalto di un tempo.
Sai le avevo lucidate molto bene. A parte gli scherzi, queste canzoni rallegravano la maggior parte degli italiani. Era il periodo del boom economico e quindi c’era voglia di una rinascita in tutto anche nei balli e nei motivi trainanti dell’estate.
Lo spettacolo che portate in tournèe racconta molto dei “Vianella”.
E’ uno spaccato della nostra vita artistica e sentimentale, arricchita da tutte le nostre canzoni, sia quelle mie che quelle di Wilma.
“Semo Gente de Borgata” ha rappresentato il successo artistico del vostro gruppo. Ma a quale sei più legato tra quelle che avete portato alla ribalta?
“Fijo mio”, una canzone che ha scritto Franco Califano insieme ad Amedeo Minghi e che il Califfo ha dedicato alla nascita di nostra figlia. E’ un brano che ci è rimasta nel cuore anche perché oltrettutto è molto bella.
E’ nata da Franco Califano l’idea di questo gruppo.
Si è stato lui a scrivere le nostre canzoni più importanti e soprattutto la sua idea vincente è stata quella di idearle in dialetto romanesco in un momento in cui la canzone romana non godeva di grande popolarità in Italia e invece noi siano riusciti a raccontare storie d’amore in un dialetto fantastico.
Com’è lavorare di nuovo con Wilma Goich?
E’ divertente anche perché Wilma è una persona simpatica e oltretutto è molto brava, C’è una grande soddisfazione quando lavori con i professionisti e tutto diventa più facile.
In diverse occasioni la tua ex moglie ha affermato che sei abbastanza meticoloso e pignolo sul lavoro.
Io sono preciso e rigoroso, credo che quando fai un lavoro così bisogna farlo in questo modo, dando il massimo, anche perché se si comincia ad improvvisare succede sempre qualcosa che non va bene. Voglio che si rispetti quello che ho deciso di fare.
Puoi considerarti un futurista dal momento che tuo padre Alberto Vianello era un poeta futurista.
Il tipo di canzoni che scrivevo negli anni ‘60 avevano un sapore futurista. L’ho scoperto così successivamente di essere innovativo e senza farci caso.
Come si colloca oggi la canzone romana?
Si è un po’ persa anche perché non ci sono stati nuovi sostenitori, si è smarrita come quella napoletana, che ha perso in Pino Daniele un grande rappresentante di quella lingua. E’ un po’ tutta la musica dialettale che sta soffrendo, ma sono convinto che se spunterà un nuovo poeta a rinvigorire la cosa ci sarà una rinascita. Con il dialetto romano si riescono a raccontare meglio le storie, specialmente quando devi metterle in poesia. Il romanesco aiuta con tutte le sue parole tronche ad esprimere vari concetti.
A chi va la simpatia di Edoardo Vianello tra i cantautori moderni?
Io non ascolto, mi piace di più farla la musica. Agli inizi della mia carriera avevo la passione per Domenico Modugno che trovavo fosse un genio della musica italiana. Gli ultimi cantautori mi sfuggono e non riesco a capirli a volo. La mia simpatia va comunque a Tiziano Ferro, mi piace il suo timbro di voce e le sue canzoni.
“Al Salone Margherita: Con tutto l’Abruzzo che posso”
StandardDi Paola Aspri
Germano D’Aurelio, in arte “Nduccio”, ha trent’anni di carriera sulle spalle, spaziando tra cabaret e canzoni popolari di cui è l’autore, usando un dialetto di ispirazione abruzzese.
Il nome d’arte di Germano è un diminutivo di tutti i nomi che contengono la sillaba “nd” che nel dialetto pescarese è molto frequente.
Non solo artista, ma anche politico, è stato nominato il 6 aprile del 2013 dal Sindaco Di Mattia, Assessore alla Cultura, Turismo, Eventi e Nuovo Teatro del Mare del Comune di Montesilvano.
Ora la politica la osserva come spettatore, affermando che il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi è un comico nato, anche se spinge i bottoni del potere. Il suo comico preferito però rimane Aristofane, seguito a ruota dal grande Totò.
Nduccio è in scena in questi giorni fino al 13 marzo al Salone Margherita con “Con tutto l’amore che posso (Amore che può essere sostituito da Abruzzo)”, un titolo che ha un doppio significato. Uno spettacolo che racconta l’artista, ma anche la sua terra piena di significati e illustri letterati come Gabriele D’Annunzio.
Nduccio quando hai cominciato a muovere i primi passi nello spettacolo?
Ho cominciato a suonare il basso in un complesso parrocchiale e poi sono andato allo sbaraglio, ma fingendomi scarso e sorprendendo poi chi mi veniva a vedere per curiosità.
In “Con tutto l’Abruzzo che posso” racconti te stesso e i tuoi 30 anni di carriera?
Racconto anche come gli Abruzzesi del 3570 sono arrivati a Roma a cavallo di un mulo a comando vocale. D’altronde devo molto agli Abruzzesi e a quelli che mi seguono nella capitale. La mia “prima” è stata dedicata a loro, avevo tutti i tassisti in sala e davano numeri di continuo…
Come Assessore alla Cultura di Montesilvano cosa ti eri prefisso come obiettivo primario.
Riportare al loro posto le pecore! Ovviamente scherzo, ma volevo dare risalto alla natura, riportarla all’antico splendore, solo che non mi è stato possibile, al Parlamento ci sono troppi lupi che circolano liberamente per dare spazio alle idee contaminate.
“A spron battuto la nuova stagione del Salone Margherita”
StandardDi Paola Aspri
Andrea Bianco e Fabio Censi, affiancato da Nevio Schiavone aprono la stagione del Salone Margherita. Quest’anno sotto la guida di questi tre moschettieri del teatro italiano il mitico Bagaglino prenderà l’avvio con il fantastico Pier Francesco Pingitore che reduce dallo scorso anno con “La grande risata”, riproporrà la formula della satira politica presentando “50 fumature di Renzi” con Martufello, Pamela Prati, Manuela Villa, Mario Zamma, Carlo Frisi, Manuela Zero e Demo Mura dal 18 novembre al 17 gennaio. Dal 20 al 31 gennaio sarà la volta di “Prove Aperte” con Dario Bandiera, Simone Schettino e Alberto Alivernini per la regia dello stesso Bandiera. Uno spettacolo pieno di spunti satirici, dove il trasformismo della risata e dei caratteri si sposa perfettamente con l’attualità. Dal 3 al 14 febbraio Uccio De Santis e Gianni Ciardo saranno alla ribalta con “Tutti i ladri non vengono per nuocere” di Dario Fo con la regia di Gianni Ciardo. Dal 17 al 28 febbraio una ripresa gradita quella di “Buon Compleanno” con Martufello, Manuela Villa, Nadia Rinaldi e Stefano Ambrogi, per la regia di Pier Francesco Pingitore, un giallo comico ricco di intrecci, equivoci e battute. Dal 2 al 13 marzo va in scena “Tutto Ariel” con Marco Marzocca e Stefano Sarcinelli, per la regia di entrambi gli interpreti che hanno scritto anche il testo. Dal 16 al 27 marzo scontro generazionale tra Gianfranco D’Angelo e Simona D’Angelo per “A tu per tu tutto su mio padre” , insieme alla partecipazione dei Cerchi Magici. Il testo è scritto da Gianfranco D’Angelo e Luca Pizzurro, per la regia dello stesso Pizzurro “Con tutto l’Abruzzo che posso!”, Nduccio va in scena dal 13 al 24 aprile, con la partecipazione di Mimmo Locasciulli e Libera Candida. L’assunto è di Germano D’Aurelio e la regia è dello stesso D’Aurelio. Presentato dai veterani del Micca Club, leader nella produzione di spettacoli vintage-retro’, il ciclo “Lunedì al burlesque cafè” ritorna per il secondo anno con 5 nuovi spettacoli (Velvet cabaret; 1920; Elisir; Lost Vegas; Swinglesque) incentrati sull’arte della seduzione e messi in scena per tutti i venti lunedì della stagione. Tutti i martedì da novembre ad aprile il Salone Margherita si vestirà inoltre da “Club 2.0″ proponendo serate da vero e proprio Dinner Theatre, tra animazioni internazionali e gastronomia di alto livello. Luci soffuse e candelabri, stupefacenti performance and guest chef, raffinati dj set e prestigiose champagnerie caratterizzeranno una serata che si candida ad affermarsi come il martedì più cool della capitale. Per concludere, anche se si dovrebbe dire ‘per iniziare’, introdurrà la stagione teatrale il ciclo “Tango Cabaret” che porterà al Salone Margherita il meglio del sensuale ballo argentino per tutti i lunedì e giovedì di ottobre.
“Enzo Iacchetti, Direttore Artistico del Salone Margherita con una stagione di risate”
StandardDi Paola Aspri
Passato glorioso quello del Salone Margherita, quando Ninni Pingitore apriva i battenti al teatro e alla televisione con le sue primedonne e faceva sognare tanti italiani, ingelosendo le mogli che non potevano competere con cotanta bellezza.
Il presente ora è Enzo Iacchetti che coinvolto da Nevio Schiavone, produttore di spettacoli dal vivo tra i più gettonati in Italia, è diventato direttore artistico, promuovendo “Il progetto di rilancio” con
una nuova realtà più comicale. Enzino non tradisce il trascorso di bellezza e umorismo dialettico che contraddistingueva il Teatro di Via Due Macelli.
A spalleggiare le attività del conduttore di “Striscia la notizia”, Demo Mura, attore e autore di televisione di intrattenimento.
Non facendo torto alla verve e all’inventiva del politichese alla maniera di Pingitore, Iacchetti apre la stagione con “La grande risata”, targato Ninni, ma la partenza è avviata per dicembre, prima si darà vita ogni lunedi al Burlesque Cafè che riporta ai fasti del teatro, mettendo in prima linea donne bellissime che vivono atmosfere vintage, tutto questo in collaborazione con il Micca Club.
Tanti sono gli appuntamenti da godere sotto la lente di ingrandimento di Enzo Iacchetti a cui non sfugge niente, neanche quello di mettere a confronto personaggi noti e meno noti, per rendere variabile ciò che altri reputano impossibile. Tra i noti, Giobbe Covatta con “Sei gradi”, Sasà Salvaggio, comico siciliano che sbarca direttamente da “Striscia la notizia” con “I primi 20 anni”, Francesco Paolantoni e Stefano Sarcinelli con “Il numero uno”, Leonardo Manera con “Segnali di vita”. Non mancano figli d’arte come Giovanni Baglioni che in concerto porterà sul palco musica totalmente avulsa da quella di un padre cantautore e melodico. Tra i meno noti le scemette con “Ci vuole un fisico intelligente”, anche se provengono dal palco di Zelig Cabaret, “I Ditelo voi” con “Komikaze”, direttamente da Made in Sud e da Colorado. Insomma ce n’e per tutti i gusti ed è il caso di dire per ogni palato, proprio perché ad ogni spettacolo è abbinato il virtuosismo culinario di Leonardo Vescera, chef stellato che inventerà un piatto per ogni esibizione artistica. Costi modici, cena abbinata ad uno spettacolo divertente, renderanno più appetibile l’offerta capitolina. Da non dimenticare la formazione, messa in atto dall’incontro del Salone Margherita con “Big J Academy” una scuola dedicata a chi intende specializzarsi nelle arti e professioni radiotelevisive. Il Salone Formazione è un luogo per i giovani talenti che attraverso corsi di recitazione, dizione e regia si metteranno in luce collocandosi nella cornice storica del Salone Margherita. Non è facile tenere testa alle idee di Enzo Iacchetti promotore dei giovani e talentuosi talenti, che una ne fa e cento ne pensa, ma ben vengano persone capaci di osare e investire le proprie risorse economiche per dare lavoro a chi merita. Insomma per un Riccardo Muti che snobba la capitale, lasciando la direzione del Teatro dell’Opera, c’è un nordista che sposa il confuso ma attraente fare spettacolo nella Roma spogliata.
Ecco l’intervista adn Enzo Iacchetti il giorno della presentazione della stagione del Salone Margherita
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.