“Anima Animale”, in scena al Teatro Lo Spazio

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Di Paola Aspri

Non si può non pensare alla nostra esistenza ignorando chi vive sotto il nostro cielo, calpesta la terra e ha sentimenti superiori ai nostri che uccidiamo e annientiamo la loro dignità. Gli animali rappresentato l’altra parte di noi e probabilmente quella più sensibile che non può decidere del proprio destino. Attraverso storie autentiche e scritte sotto la lente di ingrandimento di un grande autore come Luca De Bei, entriamo in un mondo fatto di dolore e di sopportazione.

 “Anima Animale”, in questi giorni al Teatro Lo Spazio si occupa di trovare un luogo dell’anima a chi ha perso la propria identità animale, per la crudeltà degli uomini.

Luca De Bei che ne cura anche la regia ha scelto Daniela Poggi per raccontare scenicamente un’altra comunità che giace sotto il gioco consumistico dell’uomo.

Non pensiamo mai oltre la nostra esistenza ad addentrarci nella realtà di un bovino, di una gallina, di un maiale, di un cavallo, di un gatto, di un cane.

La loro quotidianità può essere molto triste se ingabbiata in uno spazio limitato a contatto con condizioni ambientali che distruggono la loro crescita emotiva e fisica.

Attraverso la voce splendida della Poggi, ritroviamo la dolcezza di chi può e deve diventare il nostro miglior amico.

Gli animali ascoltano e riflettono sulle nefandezze di chi imprigiona la loro coscienza e quando trovano la libertà per la bontà di una persona che difende i loro diritti, sono capaci di devozione e riconoscenza.

Luca De Bei da voce a tutti gli animali, Daniela Poggi diventa il tramite della loro dignità.

Quello che è evocato in scena è una favola reale, ma può essere visto dai bambini come una fiaba crudele con un happy end. Tante le immagini che si stagliano dietro l’attrice, ad accompagnare il suo escursus di storie magnifiche e commoventi. Le musiche sono di Francesco Verdinelli. Da vedere sia per il testo che per la recitazione condita di humour e tragicità. Si replica fino al 19 ottobre.

 

SpettacolandoTV #2 – Daniela Poggi e Luca De Bei

Maurizio Casagrande e Tosca D’Aquino, coppia perfetta per “Il prigioniero della seconda strada”

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Di Paola Aspri

Non perde di smalto la commedia di Neil Simon, “Il prigioniero della seconda strada” nell’adattamento e regia di Maurizio Casagrande che ne è anche interprete insieme a Tosca D’Aquino.

Gli anni “70” sono lontani, ma le situazioni sociali del nostro tempo assomigliano alla drammaticità di quelli narrati da Simon. La perdita del lavoro è una conseguenza catastrofica dei nostri giorni e il personaggio di Mel, vestito in maniera perfetta da Maurizio Casagrande, è uno spaccato tragicomico di come la realtà cambi, quando si è disoccupati permanenti.

Il regista e attore napoletano ha una dinamicità recitativa e registica che lascia il segno, accompagnandosi alla verve esplosiva di Tosca D’Aquino.

Due partenopei che si confrontano generosamente con un cult teatrale, concepito come una sitcom in certi momenti, pur  non tradendo la morale di Simon e la sua tradizione autorale.

Il carattere di Edna è quello di una donna che cerca di accompagnare dolcemente le insicurezze e le fragilità di un marito tradito dalla società e dai suoi ideali. Forse il personaggio femminile è un po’ cristallizzato negli anni 70 per essere al passo con i tempi.

La comprensione eccessiva di Edna oggi fa un po’ sorridere, perché il ruolo della donna è diventato rampante ed aggressivo nel rapportarsi con gli altri. Il film interpretato da Jack Lemmon ed Anne Bancroft non è da confrontare ad una messinscena attualizzata e soprattutto resa più semplice ed adeguata ai tempi, anche se il filo conduttore è sempre quello della disoccupazione e del malessere di un uomo senza fissa occupazione. Da vedere per i due splendidi attori e per la versatilità della conduzione registica, con filmati che conducono in esterna, quasi un film dentro la realtà. Si replica fino al 26 ottobre al Teatro Golden.

Ecco la prima puntata di Spettacolando.