A quante donne è capitato di pagare la cena e di rimanere deluse da chi credevano fosse un principe azzurro. Donne cresciute con il mito del principe, ci ritroviamo quasi sempre di fronte ad un rospo che non aspira a diventare un’elegante nobile. Continua a leggere
teatro sala umberto
Barbara Foria in scena al Teatro Sala Umberto con“Volevo una cena romantica…e l’ho pagata io”
StandardBarbara Foria dopo il successo di “Colorado” e voce femminile di RTL 102.5 vede la sua carriera in crescita positiva e sale alla ribalta teatrale con uno spettacolo che è una analisi approfondita del rapporto tra uomo e donna. Continua a leggere
Al Teatro Sala Umberto “L’Ispettore Drake e il delitto perfetto”
StandardLo spettacolo che è in scena in questi giorni al Teatro Sala Umberto, “L’Ispettore Drake e il delitto perfetto” esula dalle altre rappresentazioni teatrali che sono in cartellone. Ha più di una marcia in più il testo di David Tristram che è stato adatto e curato registicamente da Sergio Assisi. Continua a leggere
Al Teatro Sala Umberto va in scena “I suoceri albanesi”
Standard“I suoceri albanesi”, sono in scena al Teatro Sala Umberto fino al 19 febbraio. La storia è quella di una famiglia borghese, composta da un padre, una madre e 1 figlia. Continua a leggere
“Ostaggi”, in scena al Teatro sala Umberto, porta in scena la sopravvivenza al di là di ogni ragionevole dubbio
StandardLa disperazione di oggi portata in palcoscenico, un teatro denuncia che entra nelle pieghe del tessuto sociale italiano e non solo. Così si presenta “Ostaggi”, scritto e diretto dalla sapiente scrittura e regia di Angelo Longoni che ha voluto mettere in luce le discrepanze del vivere attuale, tra identità diverse, ma accomunate da un unico male comune societario. Continua a leggere
Al Teatro Sala Umberto: “A letto dopo Carosello”
Standard
di Paola Aspri
Uno spettacolo che ripercorre i mitici anni “70”, quando si viveva di pochi, ma incisivi programmi televisivi che lasciano il segno nella nostra vivace e fantasiosa mente di fanciulli. “A letto dopo Carosello”, in scena in questi giorni al Teatro Sala Umberto, è una fantasiosa e veritiera narrazione di ciò che eravamo tra la pubblicità, i varietà e le mitiche star di quei tempi, evocato da una spumeggiante e inesauribile Michela Andreozzi, una cantastorie meravigliosa per far sognare e partecipare il pubblico. Il suo spingersi oltre il racconto scenico la porta ad esplorare anche la sua natura di donna che era bambina negli anni in cui le mamme impartivano autorevolmente il loro ruolo di governatrici della casa e della famiglia e, il sabato sera con l’uomo di casa e i figli si davano appuntamento davanti al piccolo schermo, gioendo di un varietà che arrivava a raggiungere bacini di spettatori che oggi sarebbero impensabili data l’offerta televisiva. Un mondo che ritorna come una favola nel fluire divertente di un testo rivedibile in ogni appuntamento plateale. Un work in progress che con Michela Andreozzi diventa l’arma vincente di una rappresentazione particolarmente attraente, dove gli ospiti fanno la differenza (sono saliti sul palco Giancarlo Magalli, Claudia Gerini, Valerio Scanu, Lady Vettes, etc ) e portano con un contributo di quegli anni, un giusto tributo alla gaiezza degli italiani, immersi nel ricco bottino di idee ed emozioni di quando erano bambini e il colore aveva appena fatto la sua apparizione su un televisore che mostrava il mondo con le sue variabili cromatiche.
La Andreozzi versa un fiume di parole, non tralasciando niente e ritroviamo così le beniamine di quel tempo, la mitica Raffa e Mina, la coppia indimenticabile di “Milleluci”, ma anche le abitudini golose dello stivale, la caramella che va oltre i tempi, la Rossana per tutte le stagioni. Una dolcezza che viene data in premio ogni qual volta in sala si indovina il titolo di una pubblicità di quegli anni. Quello che sbalordisce è come il pubblico si ricordi le marche dei prodotti di cui sente solo lo spot audio, come sia informato di un periodo che ha lasciato il segno e al confronto dell’oggi vince alla grande, mostrando la spensieratezza degli italiani e la qualità delle trasmissioni, delle cantanti, attrici e artiste che si sono avvicendate su un piccolo televisore che diventa lo specchio dell’universo per il bel Paese. Ad accompagnare Michela Andreozzi il maestro Michele Greggia e Piji e Bateaumanouche. La regia è di Paola Tiziana Cruciani con la supervisione artistica di Massimiliano Vado. Da vedere. Si replica fino al 22 maggio.
Dal 15 dicembre va in scena al Sala Umberto, “Il bagno”, una seduta liberatoria da non mancare…
StandardDi Paola Aspri
Metti cinque donne sul palcoscenico in un testo al femminile e la scena si tinge non solo di rosa, ma prende connotazioni e sfumature di interesse universale. Se poi a tutto questo si aggiunge uno spazio piccolo e ristretto, ma che diventa liberatorio come “Il bagno”, il gioco è fatto. Il Sala Umberto si prepara ad accogliere durante le feste natalizie un gruppo di attrici importanti e dinamiche che diventano il fulcro del testo di Astrid Veillon, portato alla regia da Gabriel Olivares. Claudia Ferri, Amanda Sandrelli, Stefania Sandrelli, Elda Alvigini e Euridice Axen sono cinque donne che si ritrovano per una festa a sorpresa di compleanno e durante questa notte di follia, complice un luogo ristretto dove le confessioni sono inevitabili, si trovano ad affrontare le verità sull’amicizia, e sul privato. Un gioco sottile che prende corpo attraverso riti femminili che hanno a che fare con un istinto primordiale, unito ad una viscerale rappresentazione di sé che il regista spagnolo ha voluto innescare da subito sulle sue protagoniste, quasi una reazione a catena per provocare inconsapevolmente qualcosa di cui non si è neanche a conoscenza. Una pièce prodotta dal coraggioso padrone di casa del Sala Umberto, Alessandro Longobardi, su suggerimento di Gianluca Ramazzotti, entrambi sempre pronti a nuove ed entusiasmanti esperienze.
Il testo è andato in scena un anno fa in Spagna con lo stesso regista spagnolo che nella sua terra è famoso.
“Mi sono innamorato di questo testo – afferma Olivares – che si mette al servizio delle donne in scena che creano l’opera stessa.”
Elda Alvigini è Lu, una donna che compie 40 anni e a cui viene fatta una festa a sorpresa dalle sue amiche.
“Noi in scena ci amiamo, ci adoriamo – dichiara la Alvigini – Stefania Sandrelli poi ci ha messo in grado di lavorare con lei in tranquillità, si è messa a disposizione del gruppo. Noi attrici, con i nostri caratteri abbiamo aggiustato il testo rendendolo congeniale alla drammaturgia di Gabriel.”
Amanda Sandrelli si trova a lavorare con sua madre, ma in scena lei non è la figlia di cotanta mamma nella vita.
“Mi diverto ogni volta che entro in palcoscenico – dichiara Amanda – lo trovo il gioco più bello del mondo. Io nello spettacolo sono l’amica più adulta delle quattro, una donna che ha poco tempo per divertirsi e che quando ne ha l’occasione si ubriaca subito spingendosi a bruciare le tappe perché ha poco tempo per lo svago”
Stefania Sandrelli è al suo quarto appuntamento con il teatro.
“La cosa speciale nel mio lavoro è condividere e il teatro rappresenta il nutrimento per me. Inoltre io faccio questo lavoro per l’attrazione che ho per le cose che scelgo. Nello spettacolo sono Carmen, una donna diversamente giovane, madre di Lu.”
Euridice Axen è in un ruolo di donna che vive a Berlino e spera di rimanere giovane per tutta la vita, affetta dalla sindrome di Peter Pan.
“Noi attrici – afferma Euridice – ci siamo lasciate andare, abbiamo anche sbagliato ma senza vergogna, l’intento era quello di sperimentare il metodo di Gabriel per riuscire in maniera viscerale a far uscire il meglio di noi.”
Claudia Ferri, attrice di teatro è nel ruolo di Angela, l’organizzatrice del compleanno a sorpresa.
“Io sono una donna molto educata ed altruista, un po’ per natura e un po’ per esigenze lavorative. Rappresento una persona che si tiene a galla con gli psicofarmaci”
L’appuntamento con “Il bagno” è dal 15 dicembre al 10 gennaio, una seduta liberatoria che potreste provare anche voi…
Maurizio Costanzo racconta due solitudini in “Un coperto in più”, in scena al teatro Sala Umberto
StandardDi Paola Aspri
“Un coperto in più”, in scena in questi giorni al Teatro Sala Umberto ha la firma di Maurizio Costanzo. La pièce ha un’idea funzionale all’attualità, anche se è stata scritta nel 1972 e potrebbe risentire del tempo che passa. Non è il tema a non funzionare, ma l’ambientazione, il collocare una trama psicologicamente delicata, di due solitudini a confronto in una casa che diventa un tutt’uno con le caratterizzazioni dei due personaggi. Il passaggio repentino di uno dei protagonisti nella casa dell’altro come fosse casa sua, incide sulla diversificazione delle vite di ognuno, facendo confusione sullo snodo tramatico. Un’unica ambientazione quindi per raccontare la storia di Camillo e Alfredo, due uomini che sognano cose diverse, ma sono accomunati dalla voglia di rendere la vita meno amara. Alfredo è un ricco gioielliere e Camillo un uomo che vive di espedienti e che rifila una truffa al possidente fintamente ignaro. Entrambi hanno bisogno l’uno dell’altro per alimentare le fantasie reali e immaginifiche. Sedie vuote, visionarie affermazioni, intrusioni non volute, donne reali e inventate, fanno parte di una commedia dove non ci sono conferme, ma solo dubbi e incertezze. L’unica verità è la profonda solitudine che aleggia negli uomini, vinti dalle loro debolezze di esseri umani. Ci sono momenti brillanti e paradossali, ma l’amarezza vince sulle divertenti esternazione degli attori.
Eccezionali Maurizio Micheli e Vito, in sintonia perfetta nell’elargire l’asciuttezza e i picchi di estrosità in una recitazione senza freni, giocata sulla bravura degli attori. Loredana Giordano è brava nel rendere un personaggio di donna napoletana sgrammaticata, genuina e lestofante, perfetta nel fisico e nella gaudente recitazione.
Alessia Fabiani è la donna che fa la differenza in scena, quella chiamata a ricoprire nel secondo tempo il ruolo dell’agognata Luisa, la donna fantasma che diventa l’illusione reale di Alfredo e che approfitta della situazione. Un carattere azzeccato, che la Fabiani abbraccia con semplicità, fingendosi una donna/bambina per il contesto illusorio.
Il finale è triste ma ci riconsegna al destino di questi uomini, prigionieri dei loro sogni e in balia delle rispettive menzogne.
Uno spettacolo per una prova d’attori al maschile, vinta pienamente, anche se le due interpreti femminili sono altrettanto dotate di temperamento e capacità. “Un coperto in più” è un testo un po’ misogino, anche se interessante. Il disappunto è sulla scenografia che non è funzionale agli attori e alla loro storia sulla scena. La regia è di Gianfelice Imparato. Si replica fino al 27 settembre.
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