Di Paola Aspri
Harold Pinter rimane il drammaturgo evergreen per antonomasia. Non è un caso, infatti, che Michele Placido, con la traduzione di Alessandra Serra, metta in scena il testo più rappresentativo del premio nobel inglese. “Tradimenti”, in scena dall’1 al 20 dicembre al Teatro Eliseo, diventa un assunto cult e assolutamente indispensabile per arricchire il bagaglio attoriale di interpreti di variegata e rinomata esperienza. Michele Placido dirige sulla scena Ambra Angiolini, Francesco Scianna e Francesco Biscione, interpreti che hanno già lavorato con l’attore/regista (Biscione nel “Re Lear”, Scianna in “Vallanzasca” e Angiolini in “La scelta”) per un triangolo amoroso che racconta il “come eravamo”, a ritroso in un passato che ci riporta al 1968, anno di contestazioni culturali, sociali e sessuali. Uno spettacolo atteso, preceduto da una conferenza stampa al Teatro Eliseo che ha visto una nutrita platea di giornalisti e fotografi, moderata dal valente direttore artistico Luca Barbareschi.
“Amo molto il Teatro Eliseo – dichiara Placido – perché è un boccascena ideale per il gioco degli attori e mi piacerebbe recitarci. Qui gli attori sono in pasto al pubblico, non come il Teatro Argentina dove c’è una distanza tra gli spettatori e gli interpreti.”
Francesco Biscione è nel ruolo del marito Robert in “Tradimenti”. Ho sempre fatto teatro ed è questa la casa che conosco meglio. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi maestri, ma Michele Placido che mi ha diretto anche in “Re Lear”, ha una personalità forte che a volte mi spiazza, facendomi ringiovanire e crescere come attore e come uomo.”
Ambra Angiolini interpreta Emma, la donna che rivede dopo due anni il suo amante Jerry e ripercorre con lui tappe dell’esistenza passata.
“Fare questa commedia in un momento di paura come quello attuale è una sfida e mi piace esserci proprio perché è un periodo particolare della nostra storia. Sono grata a Harold Pinter perché è un drammaturgo che mi sorprende. Lui ha colto ciò che è immortale. “Tradimenti” è un testo che parla di crisi profonde e non c’è niente di più moderno di questo. I tre personaggi pinteriani tradiscono la memoria e se stessi. Ognuno di noi arriva al presente proponendo quello che si è e non quello che eravamo e lo fanno anche Emma, Jerry e Robert.”
Ambra Angiolini non ha paura di tradirsi, la considera un arricchimento esistenziale.
“Tradirsi è conoscersi un po’ meglio. A volte mi sono tradita professionalmente, ma questo ha generato cose positive. Emma in “Tradimenti” è una che finge di non ricordare, è una donna silenziosa, non urlata.”
L’appuntamento è da non mancare con una scrittura scarna ed efficace rimpolpata dalla veridicità degli attori e dalla guida registica di Placido che un po’ come faceva il suo maestro Strehler si metteva al posto degli attori per guidarne le gesta.
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